Aumentano i casi di covid, a causa di Omicron e salgono gli ospedalizzati ma la differenza tra malati "per covid" e "con covid" si sente sempre più. A spiegarlo è Angelo Gratarola coordinatore emergenza urgenza regione Liguria: "A ieri avevamo un totale di 250 ricoverati di cui 6 persone in terapia intensiva, ma i numeri non rendono ragione della realtà. Rispetto alla prima ondata in cui i covid positivi erano tutti ammalati di covid, oggi la stragrande maggioranza dei pazienti non lo hanno il covid, sono solo positivi al Sars-Cov2".
Gli accessi al pronto soccorso non sono dunque aumentati per via del covid: "Vengono in ospedale per altre ragioni e lì scoprono di essere positivi. E questo è un problema perché utilizziamo regole vecchie per gestire una situazione nuova", commenta Gratarola, facendo eco alle parole di domenica del presidente regionale e assessore alla Sanità Giovanni Toti che aveva chiesto al governo di cambiare le regole di monitoraggio e conteggio dei pazienti covid.
"I malati positivi che nemmeno sapevano di esserlo sono pazienti che al pronto soccorso sarebbero venuti comunque per la loro malattia: non si può pensare di tenere in ostaggio gli ospedali con reparti per il covid all'interno del quale ci dobbiamo mettere tutti solo in funzione della positività che però non è nulla di che, dà solo qualche sintomo o nessun sintomo".
"Il numero di ricoverati è aumentato ma non sono ricoverati per covid: la stragrande maggioranza è ricoverata per motivi diversi e poi scoprendo di essere positiva il ministero impone di etichettarli per covid. Ricordiamoci che il 90 per cento della popolazione è coperta dal vaccino e di conseguenza l'impatto di questa nuova ondata seppur ci sia una grossa circolazione virale non ci sono grandissimi danni", spiega ancora Gratarola.
Oltretutto i malati in arrivo nei reparti cosiddetti covid vanno curati per le patologie per le quali arrivano in ospedale: "Questi malati necessitano di altro, della cura per la malattia per cui sono giunti in pronto soccorso. Se un paziente ha un infarto deve andare in unità coronarica non in reparto covid solo perché è positivo al test. Il virus sopravvivrà e noi dovremo fare in modo di conviverci, trattandolo come abbiamo fatto in passato con altre forme da contatto tipo l'influenza. Sennò rischieremmo di avere degli ospedali sempre con il freno a mano tirato", conclude il dottor Gratarola.