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Sanità

In gravidanza può provocare, in alcuni casi, aborti spontanei, malformazioni e disabilità sul piano neurologico
1 minuto e 42 secondi di lettura
di Tiziana Oberti
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GENOVA -  "Genova da metà settembre sarà il primo centro in Italia a iniziare una sperimentazione sul citomegalovirus sfruttando la piattaforma mRNA dei vaccini anti-Covid".

A raccontarlo a Primocanale il professor Giancarlo Icardi direttore del dipartimento di Igiene dell'Università di Genova.

Il citomegalovirus è un virus appartenente alla famiglia degli Herpes virus, chiamato così perché le cellule infettate diventano giganti prima di morire. Il virus è molto diffuso e infetta gran parte della popolazione mondiale. Nelle persone sane, l’infezione è spesso asintomatica o molto lieve come una banale influenza, tanto che spesso non ci si accorge di essa. Tuttavia, questo virus, come gli altri membri della famiglia degli Herpes, non abbandona mai l’organismo infettato ma, dopo la guarigione, rimane latente per tutta la vita. Quando però le difese immunitarie si indeboliscono, allora il virus si può riattivare e divenire molto pericoloso. Questo avviene, per esempio, nei pazienti sottoposti a trapianto o nei pazienti con infezione da HIV.
Più gravi le infezioni che avvengono nelle donne in gravidanza, che non comportano rischi per la madre, che spesso non si accorge nemmeno dell’infezione, ma possono essere trasmesse al feto che può subire gravi conseguenze. Circa l’1% dei neonati ha una infezione congenita da citomegalovirus e di questi 1 su 10 può sviluppare gravi sintomi sia in utero che alla nascita.


"E' una malattia che le donne in età fertile conoscono bene perchè rientra tra gli esami che si fanno in gravidanza, il cosiddetto complesso ToRCH dove C sta per citomegalovirus, si tratta di un'infezione che se contratta in gravidanza può provocare, in alcuni casi, aborti spontanei, malformazioni e disabilità sul piano neurologico".


Da ormai circa 50 anni si susseguono tentativi di realizzazione di un vaccino contro questa infezione ma non ci sono stati grandi successi, ora il trial sfrutta la piattaforma a mRNA, quella dei vaccini anti Covid, e gli studi che sono stati fatti proprio durante l'emergenza pandemica.

"Il fatto di avere qui nei nostri laboratori del Policlinico in fase 3 di sperimentazione questo vaccino - spiega il professor Icardi con orgoglio - è molto importante per le donne".