GENOVA - "Cinque minuti di mammografia possono salvare la vita come è successo a me, a tutte le donne dico fate prevenzione". Questo l'appello di Valentina Moro a Primocanale nell'ambito del mese di ottobre dedicato alla prevenzione del tumore al seno.
Valentina ha un volto che non si dimentica: luminoso, sorridente ed è capace di generare empatia questo nonostante conosca molto bene la sofferenza. Proprio per questo il suo messaggio arriva dritto allo stomaco.
"A 34 anni ho ricevuto la diagnosi di tumore al seno - racconta a Primocanale - ero molto giovane e purtroppo i primi medici hanno sottovalutato per la mia giovane età, io non ero convinta della prima diagnosi, ho deciso di fare altri controlli ed è arrivata la diagnosi per fortuna precoce che ricordiamo ancora oggi è una delle cose più importanti per poi ricevere le giuste cure e avere una possibilità di guarigione maggiore".
"Ho subito tre interventi in un anno, dopo la mastectomia avevo una protesi al posto del seno destro e una cicatrice lunga 8 centimetri. Avevo perso la sensibilità lungo tutta la cicatrice e sul capezzolo e non sapevo se l’avrei mai recuperata. I bendaggi e le medicazioni non mi permettevano di toccare questa mia nuova parte del corpo, ma quando mi hanno tolto le garze per cambiare la medicazione, ancora con il tubicino del drenaggio che spuntava, ho visto una cicatrice che mi sembrava orribile e forse solo allora ho capito cosa era successo. Il mio seno destro non c’era più. Al suo posto un espansore (dispositivo che, aumentando progressivamente di volume, per effetto del riempimento con soluzione fisiologica, crea lo spazio necessario all’inserimento della protesi mammaria definitiva) faceva capolino dal mio petto. È stato un momento difficile, ero ancora arrabbiata per quello che mi stava succedendo".
"La mia cicatrice non mi piaceva e pensavo non mi sarebbe mai piaciuta. Ci sono state diverse mattine in cui volevo solo che tutto tornasse come prima. Volevo che quella ferita sparisse".
Ho imparato che non bisogna mai vergognarsi delle cicatrici, perché ci ricordano che siamo stati più forti di ciò che ha cercato di ferirci. Quindi ho iniziato a lavorare con me stessa per accettarla, per non dimenticarmi che quel segno sulla mia pelle raccontava un capitolo della mia vita, non tutto il libro.
Un giorno grazie a un progetto della Lilt di Genova Valentina ha iniziato a praticare pilates e questo perchè è una attività consigliata a chi ha subito una mastectomia. "Prima l'ho fatto da cliente e poi me ne sono innamorata, sono diventata insegnante e ora mi sto specializzando nel pilates oncologico dedicato alle donne che stanno affrontando questo percorso".
Il pilates è l'unica disciplina che ha creato un protocollo specifico di allenamento per le donne affette da tumore.
"Si chiama 'pink ribbon program' e nasce proprio per potere aiutare le donne, parallelamente alla fisioterapia questo è molto importante, per recuperare la mobilità soprattutto dopo la mastectomia - spiega - ora la chirurgia è ad alti livelli e anche i tempi di recupero si sono ridotti: mia mamma è stata operata circa vent'anni fa e diciamo che il post operazione era molto diverso rispetto ad oggi".
Ma perchè proprio il pilates? "Il pilates ti fa fare pace con il tuo corpo perchè dopo una diagnosi di tumore al seno, a prescindere dall' età ma ovviamente in giovane età c'è anche un fattore un po' più di di shock e anche un po' più di rabbia, il pilates aiuta a riconcentrarti un attimo su di te. Per me è stata un'esperienza molto bella, molto utile perché fino a quando non si rifa pace con il corpo è difficile poi anche con la mente affrontare questo percorso e avere le energie per andare avanti. Il pilates aiuta infatti ad affrontare la 'fatigue' che è la fatica dovuta alle terapie e per assurdo l'attività fisica aiuta a combatterla e questo non si deice mai abbastanza".
Mi ci sono voluti anni, ma una volta accettato che quella che vedo riflessa nello specchio, con tutte le cicatrici sono io, non ho più dovuto preoccuparmi di nascondere il mio seno dalle altre donne molte delle quali, come me, hanno vissuto lo stesso percorso. Ho capito che ognuno di noi ha le sue cicatrici, che ogni ferita ha la sua storia. Ma ho anche imparato che ci si può lavorare, che si può dare un senso e che si può andare avanti, più forti di prima.
In questo mese di ottobre dedicato alla prevenzione del tumore al seno Valentina lancia un appello a tutte le donne: "La prevenzione può spaventare spesso diciamo non mi controllo perché se poi trovano qualcosa oppure non ma io sto bene non c'è bisogno avete ragione però la prevenzione oggi è veloce e molto sicura, richiede solo un piccolo momento della vostra vita quindi quello che mi sento di dire è parlate con il vostro medico in base alla vostra età fate tutti i controlli perchè la prevenzione salva la vita come è successo a me".
Valentina ha deciso di raccontare la sua storia anche su Instagram con il profilo @embrace.yourchange per condividere la sua esperienza e cercare di aiutare le donne che hanno avuto una diagnosi di tumore al seno come la sua attraverso il pilates oncologico.