GENOVA - "A ieri erano 347 le persone ricoverate in media intensità e 29 in terapia intensiva. In particolare questo numero - 29 - oscilla da giorni, è un dato sostanzialmente abbastanza stabile ormai da più giorni e speriamo che tale rimanga. in media intensità c'è un aumento, era ed è prevedibile legato alla maggiore circolazione virale in Liguria e in tutto il Paese": è questa la fotografia del Covid in Liguria rispetto alla pressione sugli ospedali della nostra regione, raccontata a Primocanale da Angelo Gratarola, coordinatore dell'emergenza e urgenza per Regione Liguria.
In ospedale ci sono pazienti molto gravi, quasi tutti non vaccinati, ma ci sono anche persone ricoverate per altre patologie che scoprono la positività con il tampone di ingresso. Spiega Gratarola: "Oggi noi abbiamo tre tipologie di malati: una tipologia è quella del non vaccinato ed è quello che va peggio e che necessita anche della terapia intensiva con una mortalità piuttosto elevata che supera il 30 per cento. Vi è poi invece una quota di malati più semplici che arrivano in pronto soccorso magari anche vaccinati e che hanno forme estremamente lievi dal punto di vista del covid o addirittura nulla ma sono lì per ragioni diverse. Hanno magari malattie croniche, sono anziani, sono soggetti più fragili. Chiaramente al di là della positività molti di loro non hanno nulla a che vedere col covid, non hanno una polmonite virale. E poi c'è una quota piccola di persone anche immunizzate che hanno perso l'immunizzazione per la malattia grave - in generale si tratt di oncologici o ematologici".
Nelle ultime settimane l'aumento della pressione sugli ospedali ha fatto applicare il piano incrementale che la regione ha già preparato dall'anno scorso. "Inevitabilmente alcuni reparti sono stati riconvertiti, per ora l'impatto sulle attività ordinarie non è ancora così grande. Noi oggi abbiamo ricoverato il 10 - 15 per cento di quello che alla stessa data ricoveravamo l'anno scorso. Questo non ci deve far cantare vittoria per via della variante Omicron stante la sua estrema contagiosità dove non sappiamo ancora quale è il suo impatto clinico. I dati non sono ancora sufficientemente robusti per essere tranquilli, quindi attenzione e avanti con la vaccinazione", conclude Gratarola.