GENOVA - Sono già una settantina le persone che hanno compilato il form "E tu, come stai?" (CLICCA QUI), l'iniziativa pensata dal gruppo del Partito Democratico in Regione. Una campagna d'ascolto online che punta a raccogliere tutte le testimonianze, positive o negative che siano, alle prese con organizzazione degli ospedali, liste d'attesa per gli esami, accoglienza nei pronto soccorso. Il Pd punta il dito sui disservizi che specialmente nell'ultimo periodo si sono registrati, tra esami da recuperare - rallentati dalla pandemia e dal lockdown - e pronto soccorso in affanno per casi in crescita di influenza e Covid. La tempesta perfetta che secondo l'opposizione in consiglio regionale "si poteva evitare attraverso un piano di preparazione all'influenza che prevedevano il rafforzamento dei pronto soccorso in vista dell'autunno e dell'inverno, come si faceva nei tempi pre pandemia, e l'organizzazione di reparti polmone che evitavano il sovraffollamento dei reparti d'urgenza", spiega Luca Garibaldi, capogruppo del Pd in Regione Liguria.
"A causa della mancata programmazione, ora il neo assessore alla sanità Angelo Gratarola si trova a dover tapullare, con 60 assunzioni che non possono colmare le 600 assunzioni di infermieri in ritardo di due anni, tanto che ora il personale è conteso tra reparti e rsa"
La volontà è quella quindi di ricevere segnalazioni su tutti i ritardi e le carenze che le persone possono aver riscontrato, "con l’obiettivo di costruire una sanità migliore, perché la salute è un diritto di tutti e per tutti", conclude Garibaldi. Si parte dalle carenze di ospedali e medicina territoriale, passando per le liste d'attesa e l'eventuale conseguente necessità di rivolgersi alla sanità privata.
La proposta non è soltanto dare voce e protestare coi cittadini per la situazione, ma di andare ad influire nella redazione del piano socio-sanitario di Regione Liguria, tra le sfide imminenti da portare a compimento.
Consiglio regionale, Medusei: "Approveremo il piano sociosanitario e quello dei rifiuti" - LE DATE
Il tema è anche quello della carenza di medici che specialmente nei pronto soccorso italiani mancano per svariati motivi: non soltanto per l'imbuto delle borse di specializzazione che creano tanti camici grigi, in un limbo in attesa di poter esercitare la professione per cui ha studiato più di sei anni, ma anche perché molti preferiscono altri reparti in quanto nell'urgenza si ha un alto livello di responsabilità e di stress, turni pesanti e l'impossibilità di avere un proprio studio privato, con stipendi pari a quelli di altre specializzazioni o più bassi. Questo problema va affrontato in sede nazionale ed è prioritario da qui ai prossimi anni.