SANREMO - Visita del ministro della Salute Orazio Schillaci all'ospedale Borea di Sanremo insieme al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, all'assessore alla Sanità Angelo Gratarola, ai direttori generali di Alisa Filippo Ansaldi e della Asl1 Luca Filippo Maria Stucchi.
Il ministro si è recato, in particolare, nella Breast Unit (una delle cinque presenti in Liguria, tra le prime regioni ad aver istituito questi reparti multidisciplinari dedicati alle donne con tumore al seno) esprimendo parole di apprezzamento e lode. Si è svolto anche un incontro con direttori di dipartimento, direttori di struttura e coordinatori delle professioni sanitarie della Asl1 per illustrare al ministro le principali attività svolte dall'azienda sanitaria.
"Bisogna rafforzare il sistema sanitario nazionale – ha affermato ministro Schillaci - ma anche creare un sistema virtuoso tra pubblico e privato. Riguardo al personale abbiamo un problema sugli infermieri, mentre riguardo ai medici c’è soprattutto carenza in alcune specialità che dobbiamo rendere più attrattive, facendo sì che ci sia una gratificazione non solo economica ma anche di prospettive di ruolo e organizzazione. Sulle liste d'attesa - ha concluso Schillaci - va fatto un discorso di razionalizzazione. Bisogna identificare quali prestazioni necessitano i pazienti, bisogna coinvolgere i medici e far sì che il paziente abbia una presa in carico da parte del medico curante o della struttura, che deve identificare chiaramente il percorso diagnostico terapeutico e scadenzare ciò che serve".
Soddisfatto del dialogo con il ministro il presidente Toti: "Nonostante le tante difficoltà di questo territorio - ha affermato - ci stiamo muovendo per dare le risposte più efficaci possibili. Restano le carenze di medici e infermieri: su questo abbiamo chiesto al ministro della Salute con grande energia di liberalizzare il mercato della sanità anche interno alle strutture pubbliche, utilizzando i medici in modo trasversale rispetto alle loro specializzazioni per tenere aperti i pronto soccorso. Correremo poi con i corsi per gli OSS Specializzati, che andranno a supportare il lavoro degli infermieri. Stiamo cercando di far ripartire la sanità, che è stata un baluardo importantissimo contro il Covid e che oggi deve rimettersi in moto".
Circa l'ipotesi che la Asl1 venga riconosciuta come area disagiata, Toti ha risposto: "È totalmente fuori da ogni tipo di contrattualistica nazionale. Questa è un'area di periferia al pari di tante altre, ma immaginare stipendi differenziati per i territori non è percorribile a legislazione vigente e non so neanche quanto possa essere auspicabile perché diventerebbe una guerra tra diversi disagi. Il tema non è differenziare gli stipendi per territori, ma rendere economicamente più allettanti alcune specialità, che per loro natura non hanno attività extra ospedaliera”.