LIGURIA - "Manca un deterrente, bisogna ripristinare i posti di polizia all'interno dei pronti soccorso della Liguria". Ancora un grido d'allarme lanciato dai rappresentanti di categoria di chi lavora all'ospedale. Medico, infermiere o oss, preoccupano i dati che mostrano un'impennata degli episodi di violenza contro gli operatori sanitari. A fare il punto della situazione ai microfoni di Primocanale è Raffaele Aloi, segretario regionale Anaao.
Continuano ad aumentare i casi: solo ieri una nuova aggressione a una oss tra le mura del pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Genova, picchiata da una paziente di 58 anni subito dopo le dimissioni. All'ospedale policlinico San Martino sono state contate 152 aggressioni nel 2020, 174 nel 2021 e 202 nel 2022. Al Villa Scassi di Sampierdarena 45 nel 2021 e 55 nel 2022 mentre all'ospedale di Lavagna le aggressioni sono triplicate con oltre 130 episodi di violenza nel 2022.
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"Da tempo chiediamo di far tornare i punti di vigilanza dalle 8 di sera fino al mattino all'interno dei pronti soccorsi della Liguria. C'erano da tempo e poi sono scomparsi: serve che tornino perchè manca un deterrente", spiega Aloi. "Allo stesso tempo, penso che una buona fetta delle aggressioni sia legata al cambiamento tra il rapporto che c'è tra medico e paziente. Anche prima del covid c'erano le code, il covid ci ha cambiato, ha cambiato anche le dinamiche all'interno degli ospedali, ora bisogna lavorare su ridare fiducia al paziente: se questo non verrà fatto continueremo a vedere aggressioni di questo tipo".
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Violenza inaccettabile che va, inoltre, a pesare sulla fuga di medici e infermieri dai pronto soccorso: "Non va di certo ad aiutare il settore, dilaniato dalla mancanza di personale. Ripristiniamo i posti di polizia all'interno dei pronto soccorso - conclude Aloi -, quanto meno in orario notturno. Spesso gli operatori sanitari sono in numero limitato di notte e quindi c'è più difficoltà ad affrontare problemi del genere, e la vigilanza privata che fa giro dell'ospedale non basta".