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Sanità

La storia raccontata a Tiziana&Cirone
3 minuti e 4 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - "Non so perchè sono sopravvissuta a due tumori ma so che voglio dare speranza a chi ora sta soffrendo, fargli capire che nonostante i molti ostacoli, si può andare avanti e vivere la vita anche nelle piccole cose". Così Federica Centorrino, trentenne calabrese, ha sintetizzato a Primocanale la sua storia di malattia, sofferenza, dolore ma anche forza e speranza.

Federica nel 2011 si iscrive alla facoltà di Scienze infermieristiche in Calabria ma, il 18 febbraio 2013 arriva la diagnosi di linfoma non Hodgkin al 4 stadio avanzato, si trasferisce con la famiglia a Genova per curarsi all’ospedale San Martino.

Il percorso di Federica non è stato per nulla facile: "Sono stata sottoposta a diverse chemioterapie, ma purtroppo non sono andati a buon fine. Mi sono dovuto sottoporre a un autotrapianto di cellule staminali e a distanza di un mese sono stata sottoposta al trapianto di midollo dove il donatore è stato mio fratello e se sono qui stasera a raccontare la mia storia è proprio grazie a lui che mi ha ridato la vita".

"Dopo questi anni difficili la mia vita aveva incominciato a riprendere colore - prosegue Federica - ma purtroppo a marzo 2021 mi sono ammalata di nuovo di un carcinoma squamoso alla lingua e così è subentrato di nuovo un altro intervento, ma fortunatamente senza chemioterapia. Prima un intervento alla lingua e dopo, a distanza di 15 giorni, un intervento latero cervicale destro dove mi hanno tolto 32 linfonodi".


Nonostante queste patologie non mi sono arresa e ho continuato gli studi perché mancavano pochi pochi esami alla laurea e dopo pochi giorni dal secondo intervento ho dato gli ultimi esami. Poi a marzo 2022 mi sono laureata in scienze infermieristiche e oggi lavoro nello stesso ospedale dove mi sono curata.

La malattia non l'ha fermata anzi il doppio tumore, la sofferenza, il dolore hanno spinto Federica verso il prossimo, per aiutare chi soffre. "Devo essere portatrice di serenità, non mi sento di giudicare chi se la prende per cose banali o persone arrabbiate con la vita perché ognuno ha i propri problemi: molte volte quando un'amica amica si lascia con il fidanzato dico vabbè per lei magari questo problema può sembrare la fine del mondo per me può essere una cosa banale però non li giudico, cerco di capirli".

Federica parla con una luce negli occhi che non può lasciare indifferenti: " il mio posto è al fianco di tutte quelle persone che soffrono, per poter dare loro conforto e sostegno in questo immenso vuoto che il cancro gli ha creato. Il mio posto è ovunque serva, oltre alle cure mediche e l’assistenza, anche una parola di conforto, un sorriso, una carezza. Molte volte mi guardo allo specchio e dico a me stessa:sarò all’altezza del mio compito? Resisterò? Osservo il mio viso e con tanto orgoglio dico guarda dove sei arrivata".

Non finirò mai di aiutare gli altri, perché questa cosa mi rende felice, mi fa stare bene con me stessa e soprattutto mi rendo conto che la mia solarità fa stare bene gli altri. 

Al letto del paziente riesce a essere più empatica proprio perchè conosce la sofferenza e anche la solitudine che spesso vive chi è ricoverato per molto tempo in ospedale: "Io capisco i pazienti, so cosa provano, mi immedesimo in loro e cerco di dargli tutta la forza possibile".

"Nessuno ci obbliga a diventare infermieri, medici quindi se decidiamo di fare questi mestiere dobbiamo ricordare che ai pazienti dobbiamo trasmette fiducia, dobbiamo essere esemplari nel nostro operato ma con la giusta dose di sensibilità verso di loro. Dobbiamo essere sempre di buon umore, quel buon umore contagioso, perché in luoghi come gli ospedali forse insieme alle cure è una preziosa “medicina”.