Come convincere i figli o i nipoti a mangiare quel che trovano nel piatto, magari proprio le verdure meno amate? Con qualche piccolo consiglio e qualche strategia - spiega a Primocanale il pediatra Alberto Ferrando - è possibile ottenere ottimi risultati, duraturi nel tempo. L'educazione al cibo deve continuare nel tempo e partire proprio dal buon esempio. Senza ansie se "il bambino non mi mangia" e senza demordere davanti a un rifiuto.
Difficile ma non impossibile: "La buona educazione inizia fin da quando il bambino inizia a fare il cosiddetto svezzamento e ancor prima nell'alimentazione da parte della mamma in gravidanza. Abituiamo a mangiare tutto sin dai primi mesi, così mettiamo le basi. Se a un bambino diamo da mangiare tutto e una cosa per volta, riconoscerà la carota dallo zucchino. Perché oggi ci accontentiamo già se mangiano il passato di verdure o un pezzo di polpettone", spiega il pediatra.
"Partendo dal bambino piccolo, il primo consiglio è mangiare bene noi. I bambini fanno quel che vedono fare non tanto quel che gli diciamo di fare. Se il bambino vede che papà e mamma mangiano bene, tranquilli, senza tv, senza cellulare, masticano adeguatamente, imparano a mangiare bene".
"Cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura, fare una buona colazione al mattino ed evitare cibi molto dolci o cono coloranti e conservanti che sono molto comodi, il bambino lo gradisce ma fanno parte del cibo spazzatura".
Può accadere che un bambino mangi tutto nel corso dello svezzamento e poi smetta di mangiare determinati alimenti. "Io riproverei ogni tanto dicendo che anche poco lo devono mangiare", risponde il pediatra. "Ci sono bambini che vivono per mangiare e che danno soddisfazione e quelli che mangiano per vivere, il minimo necessario. Se il bambino è fatto così non ci sono problemi: i percentili calcolati dal pediatra servono per capire.
"Il gusto si educa: è un errore dire gliel'ho dato una volta, non gli è piaciuto e allora non glielo do più. Bisogna riprovare. Se lo abituiamo fin da piccolo, se non gli piace una volta, riproviamo dopo qualche giorno. Ma nel frattempo a tavola ci si siede insieme e il bambino deve avere i genitori come educatori".