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Sanità

L'infettivologo: resiste ai farmaci, se diventa setticemia ha mortalità del 50 per cento
1 minuto e 16 secondi di lettura
di Eva Perasso
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Dagli Stati Uniti all'Italia, preoccupa il crescere dei casi di fungo "Candida auris" anche nel nostro Paese. Dove è stato isolato un caso nei giorni scorsi, all'ospedale di Pisa: si tratta di un paziente ligure, originario della provincia della Spezia, ricoverato nel reparto di malattie infettive.

"I casi sono moltissimi. Siamo uno dei Paesi che ha avuto casi anche invasivi e anche mortali", commenta a Primocanale il professor Matteo Bassetti collegato da Bruxelles. E così confermano - a livello internazionale - i rapporti scientifici pubblicati. Per esempio secondo gli Annals of internal medicine i casi di Candida auris sono quasi raddoppiati tra il 2019 e il 2021, dunque in pieno periodo covid.

In Europa i primi focolai sono datati 2015, in Francia, nel nostro Paese invece il primo caso di infezione invasiva è stato identificato nel 2019 seguito da altri casi nel nord Italia tra il 2020 e il 2021.

Questa infezione altamente contagiosa colpisce soprattutto in ospedale: i Cdc, Centers for disease control and prevention statunitensi, hanno classificato la Candida auris come minaccia urgente perché questo fungo è resistente ai farmaci.

Spiega il professor Bassetti: "Non è altro che un fungo simile ad altri - come quello che conosciamo che si trova nelle infezioni vaginali o nella pancia - che è emerso perché resiste a molte classi di farmaci. Colpisce tipicamente in ospedale le persone fragili dando infezioni del sangue, delle setticemie, candidemie, che arrivano ad avere una mortalità del 50 per cento. Dobbiamo fare di tutto affinché non colpiscano i nostri pazienti. E' meno problematico fuori dall'ospedale".

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