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Sanità

13 minuti e 31 secondi di lettura
di steris

E' stato approvato in prima bozza in Giunta il Piano Socio Sanitario 2023-2025. Si tratta del documento di programmazione delle attività territoriali e ospedaliere per ciò che attiene gli aspetti sanitari e socio sanitari per tutta la Regione Liguria. E' di fatto il manuale attraverso il quale le aziende sanitarie e gli ospedali regolano le proprie attività con i Piano Organizzativi Aziendali (POA). Il presidente della Regione Giovanni Toti spiega: "E' il piano sociosanitario con maggiori investimenti degli ultimi 40 anni. Su fatti concreti siamo disponibili al confronto politico, purtroppo si fa troppo spesso polemica". L'assessore alla sanità Angelo Gratarola puntualizza: "Abbiamo chiesto alcune deroghe perché il decreto non conosce il territorio e aspettiamo risposte".


NIENTE FUSIONI - Il nuovo piano sanitario regionale presentato non prevede fusioni. A ribadirlo con forza è l'assessore Angelo Gratarola. "Non ci saranno delle fusioni, questo non so più come dirlo. Fondere significa far uscire da due elementi uno solo: questo sarà una integrazione tra i due ospedali mica solo quelli ci sono interazioni tra alcune strutture della Asl1 e della Asl 2 tra la 4 e la 5 e tra l'ospedale Villa Scassi della 3 con il San Martino" ha spiegato Gratarola in sala trasparenza. "Guardate - ha aggiunto - in una fase come questa storica, in cui davvero la carenza del personale è un problema non regionale ma nazionale mettere insieme alcune risorse di alcuni ospedali che sono vicini significa riuscire a garantire gli stessi livelli di cura magari con un numero minore di personale, visto che non lo troviamo perché molti dei concorsi sapete bene che a volte vanno deserti soprattutto per alcune specialità. Credo che sia un passo avanti per poter garantire a tutti i cittadini di tutta la Liguria gli stessi tipi di livelli di assistenza con quello che ha si ha a disposizione, quindi nessuna fusione questo sia chiaro: non si fonde nulla. Le Asl rimangono 5".

“E' il primo step formale importante - aggiunge Toti - verso l’iter di perfezionamento e definitiva approvazione in Consiglio regionale. Nei prossimi giorni questa bozza del Piano socio sanitario verrà inviato al ministero della Salute, a cui abbiamo anticipato i contenuti parlando con il ministro Schillaci. Aspetteremo le deroghe, sia a livello nazionale che regionale, per le autorizzazioni; l’assessore alla sanità Gratarola aprirà quindi la fase di confronto in tutta la Liguria con i sindaci dei distretti sociosanitari, Federsanità e con tutti gli stakeholder per ascoltarli, illustrare i dettagli e recepire suggerimenti e osservazioni da portare in Consiglio regionale. Si tratta di un iter complesso, in cui si inseriscono anche il PNRR, con le Case della Salute e gli Ospedali di Comunità e le Centrali operative territoriali, il piano di edilizia ospedaliera pubblica finanziata anche da Inail, la riforma della professione medica, l’aumento del personale sanitario. L’obiettivo condiviso – conclude - è quello di offrire ai liguri una sanità più efficace, garantendo ai pazienti una migliore assistenza, da un lato con prestazioni più vicine a casa per quanto riguarda la bassa complessità e dall’altro con cure specialistiche per le patologie complesse nei centri ospedalieri maggiormente all’avanguardia anche dal punto di vista della ricerca scientifica, in una logica di hub e spoke, facendo tesoro dell’esperienza, anche molto dolorosa, della pandemia”.

"Il piano socio sanitario 2023-2025 sottolinea l’assessore alla sanità Angelo Gratarola - nasce utilizzando due fondamentali assetti normativi: da un lato il Decreto Ministeriale 77 che riorganizza l’assistenza territoriale attraverso Ospedali di Comunità, Case di Comunità e Centrali Operative Territoriali; dall'altro il Decreto Ministeriale 70 del 2015, più noto come Decreto Balduzzi, che disciplina il numero delle unità operative all'interno degli ospedali e delle aziende sanitarie. Attraverso l’applicazione di queste normative si genererà il rafforzamento del territorio che prenderà in carico il paziente per le patologie croniche e non urgenti. L’urgenza e le complessità più elevate saranno invece di pertinenza delle strutture ospedaliere. Il piano nasce in un momento di estrema crisi della sanità italiana e internazionale. Vi è una grande carenza di personale sanitario generato da una minore appetibilità di alcune discipline mediche accanto ad una non puntuale programmazione dei fabbisogni che trova le sue origini indietro nel tempo. Il Covid ha ulteriormente accelerato il processo di uscita di molte professionalità dal mondo sanitario rendendo più lo stesso più fragile. Non sono esenti da difficoltà i medici di famiglia, la continuità assistenziale e i pediatri di libera scelta che vedono scendere il numero dei professionisti soprattutto nelle aree interne della regione lasciando molti territori carenti. La grande scommessa del sistema, che con la Regione coinvolge tutte le figure sanitarie, è dunque quella di fare economie di scala ovvero generare sinergie tra le strutture attraverso i dipartimenti interaziendali, perseguire politiche di appropriatezza delle prestazioni, favorire nell’ambito della medicina territoriale le aggregazioni funzionali (AFT). Risulta così ancor più necessario l’impiego della telemedicina attraverso tecnologie ormai consolidate in grado di fornire dati e parametri sufficienti a poter garantire al curante una valutazione anche a distanza. Da tempo si parla di integrazione ospedale-territorio, questa è l’occasione unica per mettere definitivamente a terra questo legame garantendo da un lato le necessità del cittadino nelle malattie croniche e dall’altro la missione degli ospedali per il trattamento delle forme acute per le grandi patologie”.

“Il piano prevede alcune grandi trasformazioni: innanzitutto la rivoluzione della vision del territorio e della sua mission, con una completa riorganizzazione dell’offerta. dichiara il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi - Per quanto riguarda il rapporto con il cittadino, si passa da una offerta basata su diagnosi e cura a una presa in carico globale di tutti i bisogni sociali, sociosanitari e sanitari. È prevista la semplificazione degli accessi alle cure e ai servizi, con punti unici di accesso a livello della rete di prossimità, che rappresenta il cardine della rivoluzione del territorio e il suo principale strumento. L’obiettivo è quello di garantire un percorso omogeneo e il migliore possibile per il cittadino stesso. Gli strumenti organizzativi in campo sono il distretto e la rete di prossimità (case di comunità, ospedali di comunità, centrali operative territoriali, il coinvolgimento dei medici di medicina generale). Tutto questo avverrà con una innovazione del sistema informativo, per garantire una definizione real-time dei bisogni dei cittadini e assicurare una pronta risposta. Alcuni di questi sistemi di monitoraggio sono già attivi, come quello legato all’emergenza-urgenza. C’è poi tutta la parte legata ai nuovi ospedali: tre nuovi ospedali pubblici: a levante, a ponente e in area metropolitana genovese. C’è una ridefinizione dell’offerta: la costruzione dei nuovi ospedali garantirà maggiore efficacia, più efficienza e il rispetto completo degli standard prevista dal DM70”.

Ecco i principali punti del piano socio sanitario 2023-2025.

PRONTO SOCCORSO
Una regione, due modelli: la Liguria è caratterizzata da un dualismo geomorfologico che rende complessa la mobilità e genera importanti problematiche nella viabilità nelle aree montane rispetto alla zona costiera. Ecco dunque due modelli organizzativi a geometria variabile per riequilibrare gli sbilanciamenti tra l’area metropolitana e le ‘ali’ (Ponente e Levante).

Nell'articolazione della rete emergenziale ligure ecco cosa è previsto Asl per Asl:

ASL 1
DEA Primo Livello: Ospedale di Sanremo
Pronto soccorso: Ospedale di Bordighera, Ospedale di Imperia

ASL 2:
DEA Secondo Livello: Ospedale di Pietra Ligure
DEA Primo Livello: Ospedale di Savona

ASL 3
DEA Secondo Livello: IRCCS Policlinico San Martino
DEA Secondo Livello: IRCCS Pediatrico Ist.G.Gaslini
DEA Primo Livello: Ospedale Villa Scassi, E.O. Galliera
Pronto Soccorso: Ospedale Evangelico Internazionale

ASL 4:
DEA Primo Livello: Ospedale di Lavagna

ASL 5
DEA Primo Livello: Ospedale di La Spezia
Pronto Soccorso: Ospedale di Sarzana

Articolazione del sistema con la rete dei PPI-Punti di Primo Intervento:

ASL 2: Santa Maria della Misericordia-Albenga (SV),San Giuseppe-Cairo Montenotte (SV)
ASL 3: Gallino-Genova Pontedecimo, Padre Antero Micone-Genova Sestri Ponente
ASL 5: San Nicolò-Levanto (SP)


Il DEA, Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione, rappresenta un’aggregazione funzionale di unità operative che mantengono la propria autonomia e responsabilità clinico-assistenziale, ma che riconoscono l’ interdipendenza adottando un comune codice di comportamento assistenziale, al fine di assicurare, in collegamento con le strutture operanti sul territorio, una risposta rapida e completa.
I DEA afferiscono a due livelli di complessità, in base alle Unità operative che li compongono: DEA di I livello e DEA di II livello.

DEA I LIVELLO
La struttura ospedaliera sede di DEA di I livello (spoke) esegue tutti gli interventi previsti per l'ospedale sede di pronto soccorso e svolge funzioni di accettazione in emergenza urgenza per patologie di maggiore complessità

DEA II LIVELLO
Assicura, oltre alle prestazioni fornite dal DEA I livello, le funzioni di più alta qualificazione legate all’emergenza (hub), tra cui cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva neonatale, chirurgia vascolare, chirurgia toracica, secondo le indicazioni stabilite dalla programmazione regionale.

PUNTI NASCITA
La programmazione regionale prevede, nel rispetto degli standard ministeriali che garantiscano risultati e sicurezza ottimali per donna e bambino, 9 punti nascita presso le seguenti Aziende:

ASL 1
ASL 2 (n.2 punti nascita)
ASL 3 Villa Scassi/Ospedale Evangelico di Voltri
E.O. Galliera
Policlinico San Martino
Istituto G. Gaslini
ASL 4
ASL 5

Secondo il Decreto Ministeriale 70 si applicano le soglie di volume di attività di cui all'Accordo Stato Regioni 16 dicembre 2010 (>1000 parti/anno, almeno 500/anno solo sulla base di motivate valutazioni)

L’identificazione dei Punti Nascita ha seguito dunque criteri che assicurano i requisiti di qualità strutturale, tecnologica ed organizzativa e una dislocazione sul territorio ligure in grado di rispondere alla necessità di un’offerta di prossimità, garantendo, nel contempo, la centralità sul proprio ambito di pertinenza.

Il centro hub regionale è costituito dall’integrazione funzionale tra IRCCS pediatrico G. Gaslini, con la Terapia Intensiva Neonatale e tutte le competenze specialistiche pediatriche e l’IRCCS Policlinico S. Martino, dotato di rianimazione e di ogni competenza specialistiche dell’adulto. Ovvero all’ospedale Gaslini saranno affidate le gravidanze complesse nelle quali esiste la presenza di patologia fetale/neonatale, mentre l’IRCCS San Martino si farà carico delle gravidanze complesse nelle quali è presente una grave patologia materna.

OSPEDALI DI COMUNITA’, CASE DI COMUNITA' E COT

OSPEDALE DI COMUNITA'
Si tratta di una struttura sanitaria intermedia della rete territoriale, a gestione prevalentemente infermieristica con presenza di un medico almeno 4,5 ore al giorno (6 giorni su 7) e a ricovero breve che si colloca tra l’ospedale e la dimensione domestica. Prevede interventi sanitari a bassa intensità clinica ed è rivolta a pazienti con deficit funzionali e/o cronici stabili dal punto di vista clinico provenienti dall’ospedale, dalle strutture residenziali sociosanitarie o dal domicilio. In Italia ne sono previsti 400, in Liguria 11.

CASA DELLA COMUNITA’
Secondo il PNRR è il punto di riferimento continuativo per la popolazione che garantisce capillarità sul territorio. In Italia ne sono previste complessivamente 1288, 32 in Liguria di cui 30 a finanziamento PNRR. Si tratta di strutture, in rete con il sistema informativo sanitario, in cui operano equipe multi professionali composte da Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Specialisti ambulatoriali, Infermieri di Comunità e altri professionisti della salute.
Rappresenta il punto di integrazione con i Servizi Sociali del territorio, i servizi per la Salute Mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. Al suo interno sono previsti servizi polispecialistici, diagnostici, punto CUP, prelievi, vaccinazioni, screening. L’obiettivo dello sviluppo delle Case di Comunità è quello di garantire in modo coordinato: l’accesso integrato all’assistenza sanitaria, sociosanitaria e socioassistenziale nella logica di prossimità al cittadino e garantire la presa in carico della cronicità e fragilità secondo un approccio di medicina d’iniziativa proattiva con un ruolo centrale dell’infermiere di comunità come collegamento tra i bisogni della popolazione e il sistema sanitario.

CENTRALE OPERATIVA TERRITORIALE (COT)
La Centrale Operativa Territoriale (COT) è un servizio che facilita l’attivazione dell’assistenza e la continuità della presa in carico attraverso una piattaforma informatica comune ed integrata con i principali applicativi di gestione aziendale e di interconnessione con tutti gli enti/strutture del territorio. La COT garantisce il coordinamento e il raccordo tra i nodi delle diverse reti e i professionisti. In Italia ne sono previste 600, in Liguria 16.

 

CENTRALI 118, NUMERO UNICO 116117
Il collegamento logistico e funzionale tra i punti della rete di emergenza-urgenza è coordinato dalle centrali operative 112/118 e attuato sia dalle automediche che dal servizio di elisoccorso; in considerazione del numero di missioni e dell’orografia regionale a partire da luglio del 2021 è stato attivato il secondo elicottero presso l’aeroporto di Albenga ed in fase di attivazione il terzo elicottero presso l’aeroporto di Luni-Sarzana; gli indirizzi programmatori prevedono la presenza sul territorio ligure di 3 basi, nel Ponente e Levante ligure e nell’area metropolitana.
I dati relativi ai bacini di utenza e la necessità di adeguamento a standard operativi riconosciuti richiedono il mantenimento di tre centrali operative 118 una a Genova , una a levate ed una a ponente .
È prevista l’attivazione del numero unico 116117 per le cure mediche non urgenti. Si tratta di un servizio telefonico gratuito alla popolazione, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità assistenziale. L’obiettivo è mettere in contatto l’utente con un operatore competente oppure con un medico per assicurare assistenza o consulenza sanitaria. Questo numero e l’apertura delle centrali operative territoriali, previsti dal DM77/2022, costituiscono un’opportunità per integrare il sistema emergenza-urgenza con le attività territoriali, favorendo l’interfaccia ospedale-territorio. Saranno attivate sul territorio regionale le ambulanze con infermiere a bordo (MSAB, Mezzi di Soccorso Avanzato di Base, in gergo India), coordinate dal medico di centrale o dal medico dell’automedica con copertura 12h e festivi.
Tali ambulanze potranno garantire un’attività assistenziale più capillare sul territorio ligure caratterizzato da una particolare orografia, attraverso un coordinamento dei soccorsi sul luogo dell’evento, l’attribuzione del triage con attribuzione del codice colore, e stabilendo la destinazione dell’eventuale trasporto del paziente. Nel definire il codice colore, l’infermiere non formula alcuna diagnosi, ma stabilisce la priorità dell’assistenza per assicurare la più tempestiva e corretta presa in carico.

PANFLU
Il Panflu è in Piano pandemico influenzale. La programmazione di indirizzo per le azioni di contrasto alla pandemia da COVID-19 che le Aziende socio-sanitarie e gli ospedali sono state chiamate ad intraprendere, e tuttora le vedono coinvolte, è stata realizzata, in coerenza con le indicazioni ministeriali e commissariali, attraverso il coordinamento di Alisa, il Dipartimento Salute e Servizi Sociali e Protezione Civile che hanno operato in sinergia con il soggetto attuatore (Decreto del Capo Dipartimento della Protezione civile del 27/02/2020), supportata costantemente dalla Presidenza della Regione per i diversi ambiti di intervento.
Regione Liguria tramite la Cabina di regia regionale e Alisa, conduce attività di coordinamento e indirizzo delle Aziende sanitarie regionali, che sono deputate all’erogazione delle prestazioni nell’ottica di una maggiore omogeneità organizzativa territoriale e secondo indirizzi comuni. Nell’ambito delle attività direzionali e di coordinamento di risposta all’emergenze sanitarie, la cabina di regia regionale ha le finalità di supporto e riferimento per le azioni di mitigazione e contenimento; definire il modello organizzativo per la gestione delle attività da implementare delle diverse fasi pandemiche, adattabili alle diverse realtà; monitorare l’attività e conseguentemente l’efficacia delle misure intraprese; monitorare e assicurare l’approvvigionamento dei farmaci;
monitorare e garantire la registrazione dei dati relativi alle vaccinazioni somministrate;
definire eventuali azioni di miglioramento laddove si renda necessario; indicare gli strumenti formativi e monitorare e collaborare con i Servizi di Comunicazione Regionali per l’attuazione di campagne informative da rivolgere alla popolazione.

DIAR
I DIAR-Dipartimenti Aziendali Regionali rappresentano il supporto tecnico per la governance del Sistema Sanitario Regionale, garantendo la partecipazione attiva dei professionisti nel processo di analisi e proposte e definizione di priorità di intervento con il coinvolgimento delle Direzioni Aziendali. In Liguria sono previsti i seguenti DIAR:
Cardio Toraco-Vascolare, Chirurgico, Emergenza-Urgenza, Malattie Infettive, Materno Infantile, Specialità Mediche, Laboratori Diagnostica Clinica e per immagini, Neuroscienze, Onco-ematologico, Trasfusionale, Distretti.

ITER PIANO SOCIO SANITARIO REGIONALE
Il Piano Socio Sanitario Regionale 2023-2025, appena approvato in prima bozza in Giunta, passa ora al vaglio del Ministero della Salute che ha 30 giorni di tempo per formulare la propria valutazione. Successivamente il Piano tornerà per una nuova approvazione in Giunta per poi passare alla discussione del Consiglio Regionale previa trattazione nella commissione competente. Nel frattempo l’assessore alla Sanità sarà a disposizione per presentare il piano in sede di Conferenza dei Sindaci in ogni Asl, affiancando il contributo dell'assessorato alla concertazione e alla cooperazione tra l'azienda sanitaria locale, gli enti locali e le organizzazioni sindacali. In quella sede saranno trattate le tematiche sanitarie che coinvolgono Comuni e Aziende sanitarie locali con particolare attenzione alle peculiarità ed esigenze dei territori.