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Sanità

Martedì sera focus sul piano socio sanitario regionale in diretta su Primocanale
3 minuti e 23 secondi di lettura
di Tiziana Oberti - Eva Perasso

GENOVA - "Il ministro ci aveva chiesto di mandare alcune note: lo abbiamo prontamente fatto e tutte le cose che abbiamo suggerito sono state in gran parte accolte, le vediamo sui giornali", così l'assessore alla Sanità regionale ligure Angelo Gratarola a Primocanale racconta il dialogo con il ministro Schillaci e le novità introdotte tra le quali alcune sono senza dubbio dal sapore ligure: "C'è una proposta partita proprio dalla Liguria: 100 euro in più per i medici di emergenza. Sì, il ministro era critico sui medici a gettone e probabilmente verrà approvata una norma che faccia da calmiere. La questione dei 100 euro è nata proprio in Liguria e diventerà - se verrà confermata quanto scritto - legge nazionale". E la proposta dei 100 euro era nata proprio in Regione: la proposta infatti era stata avanzata dal consigliere e presidente seconda commissione sanità Brunello Brunetto.

Le parole dell'assessore regionale alla Sanità Gratarola a Primocanale, nel corso della serata sulla sanità del futuro in cui si racconta ai telespettatori cosa è contenuto nel nuovo piano socio sanitario, sono molto chiare: "Gran parte delle cose proposte il ministro le ha confermate, anche la settimana scorsa quando siamo andati a Roma". Il piano socio sanitario, arrivato in forma di bozza da parte della giunta regionale, è ora al vaglio del ministero. Poi passerà ad altri controlli e confronti: dai sindacati agli ordini professionali. Fino alla sua approvazione: "Diciamo che potrebbe diventare operativo dopo l'estate", si lascia scappare facendo i conti l'assessore Gratarola.

Tra i temi liguri e non solo approdati in nazionale ci sono anche quelli caldi e urgenti come le violenze sui sanitari, conferma l'assessore: "C'è una aggiunta a un comma del codice penale nel quale viene ricordato che chi aggredisce il sanitario a qualunque titolo svolga la sua attività verrà punito in maniera più pesante rispetto a oggi. Ma in generale - continua Gratarola  - dovrebbe cambiare la cultura: prendersela coi sanitari anche se si è esausti, arrabbiati, malati non è una buona idea perché lì ci sono persone per risolvere i problemi dei pazienti".

Tra i punti fondamentali del piano socio sanitario 2023-25 regionale si parla approfonditamente del potenziamento del territorio: "Gli ospedali sono da sempre soffocati da richieste che poco hanno a che fare con l'urgenza. Attraverso le case di comunità, che sono luoghi di aggregazione medica specialistica con una diagnostica di base, si permetterà al cittadino di avere una risposta per le patologie di piccola entità o per i pazienti cronici. Dovremo superare il concetto del proprio medico: troveremo "un" medico, un sanitario che dà la migliore risposta. Perderemo forse questo possesso ma ne gaudagneremo in termini di risposta", continua l'assessore.

La medicina dislocata sul territorio è uno dei punti chiave del nuovo piano: "Le centrali operative fungono da back office, da elemento di presa in carico del paziente che attraverso il 116117 potrà interloquire con queste strutture. All'inizio solo nelle fasi diurne. Poi ci sono gli ospedali di comunità: sono piccole unità dislocate in maniera capillare con lo scopo di trattare pazienti di bassa intensità per fare terapie semplici ma che a casa - soprattutto nel caso di pazienti fragili e soli - non riescono a fare. Questi malati possono anche arrivare in uscita dall'ospedale quando per esempio c'è ancora bisogno di qualche giorno di assistenza. Se li teniamo fuori dal pronto soccorso da un lato avremo la risposta per il paziente e dall'altro libereremo gli ospedali da tutto quel carico di bassa intensità che non lo lascia muovere con la velocità che invece l'ospedale per acuti dovrebbe avere": le parole dell'assessore Gratarola disegnano i nuovi confini della sanità regionale. 

Parole confermate dal direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi: "Il piano è basato sull'integrazione e sulla continuità. L'obiettivo è prendere in carico il paziente-cittadino il più vicino possibile a casa. E' una rivoluzione copernicana che i cittadini vedranno da subito ma anche una rivoluzione di sistema. Una parte non la vedrà il cittadino ma sarà il distretto che farà la programmazione dei bisogni. La domanda sanitaria del cittadino corrisponde a una offerta". 

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