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Sanità

Il 14 maggio, festa della mamma, per sostenere i ricercatori impegnati a trovare terapie più efficaci per i tumori che colpiscono le donne
2 minuti e 35 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - "In Liguria aumentano i lasciti testamentari a favore della fondazione Airc". A rivelarlo a Primocanale il notaio Lorenzo Anselmi presidente del comitato Airc Liguria in occasione della presentazione dell'azalea della ricerca che torna domenica 14 maggio nelle piazze italiane.

In occasione della festa della mamma, l’azalea della ricerca di Fondazione AIRC torna a colorare tantissime piazze in tutta Italia per sostenere i ricercatori impegnati a trovare diagnosi sempre più precoci e terapie più efficaci per i tumori che colpiscono le donne.

Dal 1984, anno della prima edizione, l'azalea della Ricerca è un momento di grande partecipazione collettiva e il suo successo è dovuto alla generosità dei cittadini italiani e alla disponibilità degli oltre 20.000 volontari che permettono una distribuzione capillare delle piante su tutto il territorio nazionale.

Le piante saranno distribuite dai volontari a fronte di un contributo di 18 euro. Insieme alla pianta verrà consegnata la speciale guida con informazioni sulla prevenzione ‘età per età’. In 39 anni ha permesso di raccogliere oltre 290 milioni di euro

Per affrontare la malattia è importante poter contare su famigliari e amici. Lo racconta Francesca, volto della campagna insieme alla mamma Antonella: una luce sempre pronta a illuminare i momenti più bui. “Si dice che ‘la mamma è sempre la mamma’ e non potrei essere più d'accordo. È stata con me ogni minuto, da quando mi hanno detto che avevo un linfoma di Hodgkin, mi ha accompagnata a ogni visita, a ogni seduta di chemioterapia, a ogni ricovero; è stata la mia forza. Dico sempre che senza i miei affetti non ce l’avrei fatta: la mia famiglia, il mio compagno, gli amici, quelli veri, mi hanno sostenuto ogni giorno durante la battaglia contro il cancro. Sono sincera quando dico che da sola non so se ce l’avrei fatta!”.

Insieme a quella di Francesca, altre tre storie di condivisione e di affetto dimostrano l’importanza di avere qualcuno accanto per trovare la forza di affrontare una diagnosi di cancro. Ilenia è stata curata per un tumore alla tiroide e ha sempre avuto al suo fianco la mamma Santina: “una forza della natura”; Emanuela, con il costante sostegno del fratello Andrea, ha affrontato un tumore al seno: “gli dedico tutta la mia vita”; infine Roberta, a cui è stato diagnosticato un melanoma oculare ha potuto contare sull’amicizia di Stefania: “per me, lei è famiglia”.

Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati stimati oltre 185.000 nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, circa 10.000 in più rispetto al 2019, anno che precede lo scoppio della pandemia. I tumori più frequenti sono stati quelli di: mammella (55.700), colon-retto (20.100), polmone (14.600), utero (10.200), tiroide (8.700), pancreas (7.900), linfoma non-Hodgkin (6.300), stomaco (5.900), vescica (5.900), melanoma (5.700).


Gli screening, proposti gratuitamente dal sistema sanitario nazionale per alcune patologie e ad alcune fasce della popolazione, consentono di individuare lesioni precancerose oppure la presenza di un tumore quando è ancora allo stadio iniziale. L’adesione ai programmi di screening in Italia è ancora troppo bassa - secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Emblematico è il caso del cancro al colon-retto, il secondo tumore più diagnosticato tra le donne: 7 persone su 10 non effettuano gli esami raccomandati per la sua individuazione precoce.

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