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Sanità

Oltre l'85% dei pazienti seguiti dalle cure palliative terminano la loro vita in casa
3 minuti e 7 secondi di lettura
di Redazione sanità

GENOVA - Si celebra questa domenica, 28 maggio 2023, la 22esima giornata nazionale del sollievo. L'evento è finalizzato a promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso di vita, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione.

Attualmente i servizi di cure palliative della Regione Liguria seguono ogni anno circa 4500 pazienti, prevalentemente oncologici, di cui oltre la metà nell'area metropolitana di Genova. I servizi sono assicurati da équipes multiprofessionali di medici, infermieri, oss, fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali che lavorano sul territorio, anche in collaborazione ed integrazione con enti no-profit, con la rete dei professionisti ospedalieri e i medici di medicina generale.

“Oltre l'85% dei pazienti seguiti dalle cure palliative – spiega l’assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola – terminano la loro vita in casa, luogo desiderato di assistenza e cure, o negli hospice, luoghi della rete di cure palliative che ricreano il più possibile l'ambiente domestico, diminuendo così il ricorso a ricoveri inappropriati o ad accessi presso i servizi di pronto soccorso/emergenziali”. “L’obiettivo – aggiunge l’assessore – è proseguire il lavoro per potenziare i servizi per coloro che vivono in aree meno urbanizzate e logisticamente più difficili da raggiungere, ampliare l'offerta di cure palliative a pazienti sofferenti per patologie croniche invalidanti non oncologiche che possono essere curate e gestite a domicilio attraverso l'interazione tra équipe specialistiche formate e il medico di medicina generale o altri professionisti della salute coinvolti”.

“La recente istituzione della scuola di specializzazione in medicina e cure Palliative – spiega Flavio Fusco Direttore S.C. Cure Palliative Asl3 Area Metropolitana di Genova - ha gettato le basi per il futuro e a Genova tre nuovi medici hanno intrapreso il percorso che si concluderà tra 4 anni. È l’inizio di una svolta importante che dobbiamo impegnarci a portare avanti anche con misure in grado di dare risposte ai bisogni sempre più crescenti in questo campo. Tra gli obiettivi ci sono il potenziamento dei progetti pilota di cure "simultanee e precoci intraospedaliere con palliativista, psico-oncologo ed oncologo fianco a fianco fin dalle prime fasi diagnostico-terapeutiche, lo sviluppo di forme assistenziali a distanza attraverso la telemedicina ed il teleconsulto e l'attuazione di una veloce digitalizzazione della cartella clinica che favorisca l'interscambio e la circolazione di informazioni in tempo reale tra i vari professionisti coinvolti”.

Cure palliative, "in Liguria mancano 35 medici, raggiunto solo il 40% dei malati"

Applicazione della legge 38 per quanto riguarda Terapia del dolore in Liguria

Nel 2013 la regione con il PROGETTO OSPEDALE TERRITORIO SENZA DOLORE, in applicazione della legge 15 marzo 2010, n. 38 e dell’Accordo Stato-regioni del 28 ottobre 2010, ha individuato una rete di terapia del dolore coordinata da Alisa.

La rete – spiega Monica Bonfiglio direttore della Sc Anestesia e rianimazione di Asl 4 e referente regionale per la giornata nazionale del sollievo – ha consentito di identificare centri di primo e secondo livello (Hub e Spoke) integrati alla rete di capillarizzazione ambulatoriale su tutto il territorio che vede i medici di medicina generale come primo riferimento. E in questo contesto, tra l’altro, la Liguria è stata una delle prime regioni a garantire la terapia con preparati galenici a base di cannabis”.

“Dopo la pandemia – aggiunge Bonfiglio – è stato necessario attuare una riorganizzazione della rete regionale della terapia del dolore che è in corso e ha come obiettivi, tra gli altri, quello di garantire un’offerta omogenea su tutto il territorio ligure, la formazione di nuovi ‘terapisti del dolore’, riduzione di accessi in Pronto soccorso di pazienti che possono essere seguiti da percorsi di cura specifici, una maggiore conoscenza degli utenti su come accedere ai centri di terapia del dolore e il tempestivo intervento su patologie dolorose, prima della loro cronicizzazione con ripercussioni su costi a carico del servizio sanitario pubblico.

 

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