GENOVA - "Ho voluto raccontare quanto tra i nostri bimbi e le vittime del ponte ci sia una similitudine. I nostri bambini sono fragili, fragili come gli stralli di quel ponte che è crollato". Sono le parole di Marco Macrì, vigile del fuoco e papà di un bimbo con disabilità, subito dopo la lettura di una toccante, ma allo stesso tempo che fa riflettere, lettera durante i due giorni di sport per tutti, Giochi senza barriere, alla Radura della Memoria.
"Questi bimbi e bimbe son sottoposti al giudizio degli altri un sale su una ferita che brucia a loro stessi e ai genitori perché bollati come diversi siano essi disabili motori, cognitivi o sensoriali e logora - ha letto sul palco il papà -. Sono sottoposti alle intemperie ma non hanno riparo perché troppo spesso mancano sostegno scolastico, ose, osa, educatori e allora cadono giù in un vuoto che non tutti i genitori riescono a colmare con le proprie economie sopperendo alle mancanze istituzionali. Quando ho scoperto della disabilità di mio figlio mi son sentito abbandonato come le famiglie delle vittime del ponte avevo due opzioni, arrendermi o combattere e siccome non sono un uomo di parole ma di parola ho premesso a mio figlio che avrei combattuto per lui".
"Hanno bisogno di cure e attenzioni, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista scolastico che dello sport - ha continuato ai microfoni di Primocanale Macrì -. Ho voluto sottolineare nella mia lettera quanto sia importante per le Istituzioni mettere attenzioni in tutto questo".
Una similitudine ricordata anche dalla presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, Egle Posetti (LEGGI QUI).
"Come la Corte dei Conti ha sottolineato che per i nostri bambini bisogna andare oltre i vincoli di bilancio, sulla sicurezza delle nostre autostrade non si può transigere".