L'ultimo appuntamento è stato venerdì 23 settembre a Noli, ma gli eventi si susseguono ormai da quasi vent'anni. Sono le giornate dedicate alle immersioni e alle attività natatorie per le persone con disabilità. L'obiettivo primario è facilitare l'accesso alla spiaggia, alle attività balneari e alle immersioni, oltre a sensibilizzare l'opinione pubblica su questa tematica.
L'Unità Spinale di ASL2, situata presso l'ospedale Santa Corona e guidata dal dottor Antonino Massone, ha sempre svolto un ruolo determinante per il successo di questo evento grazie al contributo del suo team composto da medici, fisioterapisti, infermieri e psicologi. E' un momento importante per numerose organizzazioni, tra cui Scuba Handicap, Lega Navale, la Società Nazionale di Salvamento e il Comitato Italiano Paralimpico (CIP), che si impegnano a promuovere l'inclusione delle persone con disabilità nell'ambiente acquatico.
In passato, l'evento si è svolto sulla spiaggia di fronte al Santa Corona e nella piscina dell'Unità Spinale. La posizione strategica dell'Unità Spinale, a pochi passi dalla spiaggia (attraversando semplicemente la via Aurelia), è quasi unica in Italia. Un'altra situazione simile si trova solo all'Unità Spinale di Cagliari, affacciata sulla splendida spiaggia del Poetto. Inoltre, il reparto vanta la piscina più grande tra le strutture simili.
Nella piscina, l'attenzione è rivolta al trattamento coadiuvante della spasticità, al miglioramento della mobilità nelle forme di mielolesione incompleta e alla riabilitazione al nuoto.
In spiaggia, l'obiettivo principale è gestire l'accesso all'acqua tramite apposite sedie da bagno e l’attività natatoria.
Nel corso degli anni, il reparto ha anche organizzato corsi per bagnini che desiderano approfondire le competenze necessarie per assistere le persone disabili in piscina in spiaggia, aumentando così la sicurezza e la qualità dell'assistenza.
Oltre a promuovere il nuoto, il team dell'Unità Spinale ha collaborato con associazioni di vela, moto d'acqua e immersioni subacquee per massimizzare l'inclusione sociale dei propri pazienti e ex-pazienti anche in queste attività.