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Sanità

Il grido d'allarme lanciato da presidi, dirigenti, referenti Covid e genitori questa mattina davanti all'Istituto di Teglia
1 minuto e 32 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA-Dirigenti, referenti Covid, personale di segreteria e genitori, tutti presenti al 'sit-in' avanti all'Istituto comprensivo di Teglia, organizzato dalla preside Elena Tramelli. Un profondo grido d'allarme per circa dieci istituti della Val Polcevera che si definiscono allo stremo, succubi delle nuove anti-Covid, questa mattina, mentre le lezioni sono continuate, con classi semi vuote, decimate dai contagi.

"Oggi portiamo la testimonianza di tante scuole di questa zona. Il dipartimento di prevenzione tarda tantissimo dell'emanazione dei provvedimenti e questo crea nei genitori - spiega la preside Tramelli -, nei pediatri e nelle scuole un sistema che in questo momento ha bisogno di trovare nuove soluzioni. C'è un continuo "stop and go" della didattica, anche perchè è possibile sottoporre il bambino al tampone gratuitamente solo con il decreto emesso dal dipartimento alla mano, dipartimento che adesso è al collasso perchè non si riesce a gestire l'enormità dei contagi che vengono segnalati dalle scuole. Il sistema è farraginoso. Quella del tampone gratuito inarrivabile è solo la punta dell'iceberg dei problemi. "

Campomorone, Mignanego, Ceranesi, Serra Riccò e Sant'Olcese. Questi i quartieri dove il sistema scolastico sta 'implodendo', spiega Federico Romeo, presidente del Municipio della Valpolcevera: "Oggi la valle è scesa in campo. C'è una grandissima confusione in ambito scolastico, con famiglie in difficoltà che non riescono a far fare i tamponi ai propri figli, tamponi che mancano anche per i pediatri, dirigenti scolastici che si devono sostituire al sistema sanitario perchè, purtroppo, non ci sono regole chiare e puntuali."

Troppi i fogli, le autocertificazioni e i documenti per arrivare all'agognato tampone gratis, l'unico modo per far tornare i bimbi in classe dopo che la classe è in quarantena: "Soprattutto la burocrazia è immensa, e crea situazioni in cui ci sono bambini che non riescono a rientrare in classe e ancora altri che rimangono, invece, - conclude Romeo - a casa per 14 giorni perchè non riescono a fare il tampone prima."

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