Venerdì 1 dicembre si celebra la Giornata mondiale contro l’AIDS. In Liguria le persone con infezione da HIV sono circa 2.500 e solo nel 2022 si sono registrati in Liguria circa 70 nuovi casi di infezione. A preoccupare è purtroppo lo stadio della malattia al momento della scoperta di soffrirne: sempre troppo tardi. Resta da fare un importante lavoro di informazione e sensibilizzazione, a partire dalle scuole, e da combattere ancora lo stigma legato a quell'alone viola che circonda chi ne soffre.
A Genova Anlaids, associazione nazionale per la lotta all'Aids, organizza due giorni di eventi di sensibilizzazione ai giardini Luzzati con incontri e dibattiti per ricordare l’importanza della prevenzione e denunciare ancora una volta lo stigma sul tema HIV.
"I dati di novembre 2023 riguardano lo scorso anno e sono ancora condizionati dal covid. C'è un aumento lieve dell'incidenza, quel che vediamo è che le persone che scoprono di avere l'infezione lo scoprono molto tardi quando ha già fatto danni nel loro corpo e questo è controproducente perché se si scoprisse prima con le terapie attuali le possibilità di azzerare il virus nel proprio corpo e impedire che si replichi permette una vita normale alle persone che scoprono di avere il virus. Scoprirlo permette di fare una vita normale e non contagiare le altre persone", racconta a Primocanale l'avvocato Maria Viscoli, Consigliere Anlaids nazionale e Anlaids Liguria.
Le infezioni riguardano soprattutto i giovani, la fascia tra i 30 ei 39 anni, ma questo significa che sono entrati in contatto con il virus prima. Per questo per esempio Anlaids concentra le sue attività sui giovani: "L'anno scorso abbiamo affrontato il tema in 18 istituti a Genova e in Liguria nella zona di Imperia e Sanremo. Cerchiamo di fare una operazione a tappeto su tutte le scuole secondarie per parlare di Hiv, cosa è e come prevenirla. Nel nostro checkpoint di vico Indoratori offriamo a tutti gratuitamente il test di screening e attività di consulenza sulle malattie a trasmissione sessuale e mettiamo in contatto con i centri di riferimento, spesso accompagnandoli, arrivano infatti persone spaventate, giovani, che hanno bisogno di maggior supporto", continua la consigliera.
"E' un virus silente, spesso i giovani dicono ma se una persona è malata io lo vedo. E questo virus non produce sintomi evidenti dal primo giorno. Non bisogna aver paura ma bisogna esser consapevoli del proprio stato, ovvero fare un test".