GENOVA - Dalla Val Trebbia alla Valle Scrivia. A partire dalla settimana del 18 dicembre il progetto pilota a livello nazionale di Asl 3 che cerca di sopperire alla carenza dei medici di medicina generale nell'entroterra si estende.
Il nuovo modello di assistenza territoriale è cominciato lo scorso marzo in alta Val Trebbia e prevede l'aumento della copertura a 7 giorni su 7 del servizio medico e dell'infermiere di famiglia e comunità sul territorio prima con ambulatori privati e poi con il servizio di continuità assistenziale.
Un progetto che ovviamente ha visto coinvolti i sindaci,le farmacie e le pubbliche assistenze e che è stato presentato lo scorso luglio a Roma all'incontro di Federsanitá.
Una delle novità del progetto, grazie a una delibera regionale, è quella della Rsa aperta ovvero la possibilità per Rsa convenzionate di mettere a disposizione i propri medici.
Figura centrale é quella dell'infermiere di comunità perché svolge una funzione di coordinamento sia tra i medici che con il distretto socio sanitario.
Che il modello Val Trebbia funzionasse si era capito da subito ma la conferma è arrivata poi a fine estate perché a sei mesi dall'inizio del progetto le chiamate alla guardia medica di notte e nei giorni feriali si sono abbassate di circa il 40%.
Il modello sperimentale era stato voluto dal direttore generale di Asl 3 Luigi Carlo Bottaro a fine 2022, quando più della metà dei residenti in Val Trebbia era rimasto senza medico di famiglia.