GENOVA - Botta e risposta tra Lega e Pd sulle liste d'attesa e sull'ordine del giorno presentato dal consigliere regionale della Lega e presidente della II commissione Salute e Sicurezza sociale Brunello Brunetto.
"Purtroppo, sempre con maggiore frequenza, si verificano episodi nei quali gli utenti del Servizio sanitario regionale non provvedono a disdire le prenotazioni delle visite sanitarie effettuate - si legge nel comunicato della Lega -, con l’inevitabile conseguenza di aumentare in maniera ingiustificata le liste di attesa e facendo quindi impiegare inutilmente risorse umane ed economiche del SSR. In un momento difficile per la sanità in generale, con carenza di organico a fronte di una crescente domanda di prestazioni, Regione Liguria ha comunque messo in campo diverse iniziative per il contenimento delle liste d’attesa quali, ad esempio, l’attivazione e la gestione delle prenotazioni per classi di priorità. Ho quindi presentato un ordine del giorno che impegna la giunta regionale ad assumere i più idonei provvedimenti in tal senso, come campagne informative e altri eventuali strumenti per evitare tale fenomeno”.
La risposta del Partito Democratico non si è fatta aspettare: "Ancora una volta la Giunta Toti e la sua maggioranza scaricano le responsabilità di una sanità che non funziona sui cittadini, per nascondere la loro incapacità di trovare soluzioni". Scrivono in una nota il segretario del Pd Davide Natale e il consigliere regionale dem Roberto Arboscello, commentando la situazione della sanità ligure.
"Com'è possibile pensare che le liste d'attesa siano influenzate dalla mancata cancellazione da parte di chi non si presenta? Per fare una mammografia in Asl 5 ci vogliono 428 giorni invece che 10. La soluzione al sovraffollamento deve essere multifattoriale che prevede una serie di interventi in entrata e in uscita. In Emilia Romagna ad esempio partirà la sperimentazione dei Centri di assistenza urgenza, che si affiancano ai Pronto soccorso e fanno da filtro. La Liguria invece attiva i flou point per le feste, una misura spot e insufficiente".