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Sanità

Asl 3 assicurerà, negli Ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali di propria competenza, il rispetto delle norme di legge sulla garanzia dei servizi pubblici essenziali e delle emergenze, per ridurre il più possibile eventuali disagi alla cittadinanza
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di Au. B.

GENOVA - Lunedì di sciopero dei medici e dei veterinari in tutta Italia. Oggi, lunedì 18 dicembre, una parte del comparto sanità si ferma e anche a Genova sono a rischio interventi chirurgici, visite ambulatoriali e consulenze differibili. Incrociano le braccia anche farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari. 

Lo stop è stato proclamato dalle Organizzazioni Sindacali AAROI-EMAC, FASSID, FVM, CISL MEDICI e durerà dalla mezzanotte del 18 fino alla mezzanotte del 19 dicembre.

Asl 3 assicurerà, negli Ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali di propria competenza, il rispetto delle norme di legge sulla garanzia dei servizi pubblici essenziali e delle emergenze, per ridurre il più possibile eventuali disagi alla cittadinanza.

In particolare verranno garantiti i servizi di emergenza e di Pronto Soccorso mentre potranno invece subire interruzioni e sospensioni le attività prenotate e programmate.

"Indispensabile - scrivono le sigle sindacali - per dare un messaggio chiaro alla politica di Governo: il servizio sanitario nazionale ha bisogno di aiuto. La Legge di Bilancio non lo aiuta affatto. Lo sciopero - spiegano - è l'estrema ratio a cui ricorrere per reclamare il diritto pubblico alla salute garantito da personale pubblico, dato che il governo centrale scaccia dal pubblico impiego i professionisti di cui la sanità pubblica ha bisogno, nel silenzio assordante delle Regioni, che per mantenere i loro sistemi sanitari dovendo ricorrere a cooperative e gettonisti vari dovranno aprire voragini nei loro bilanci".

La manovra economica per il 2024 è "l'ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e appartenenza politica di chi lo governa: senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di Gennaio 2024 proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative". Lo annunciano i sindacati dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed ed il sindacato degli infermieri Nursing Up.

"Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, - spiegano in una nota Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, Presidente Nursing Up - il vero finanziamento del Ssn è di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di propaganda per far credere ai cittadini l'impegno del Governo a risolvere l'annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l'accesso alle cure ed è questo il motivo per cui siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento Europeo". I numeri della fuga di medici, dirigenti sanitari, infermieri ed ostetriche dalle corsie italiane in favore degli ospedali di altri paesi europei, denunciano, "sono sempre più allarmanti e la mancanza di una seria politica di investimenti nel sistema sanitario e nel suo capitale umano non lascia alcuna speranza per il futuro. Un'emorragia che avvicina il Ssn al baratro verso cui la politica lo sta spingendo da anni, con la differenza che ora non c'è più tempo per salvarlo. Siamo a un punto di non ritorno".

"Le nostre richieste - proseguono - rappresentano non solo legittime rivendicazioni delle categorie, ma vere e proprie parole d'ordine che mirano a migliorare il sistema di cure nel suo complesso. Pensiamo alla situazione dei luoghi di lavoro in cui operiamo venuta tristemente alla ribalta dopo l'incendio all'ospedale di Tivoli che ha fatto emergere prepotentemente lo stato di abbandono di molti ospedali. Quello della manutenzione delle infrastrutture è un ulteriore tassello di un puzzle che nessuno si prende cura di comporre. E dire che l'Italia ha a disposizione i fondi del Pnrr per opere di ammodernamento, ma non sanno bene come utilizzarli".

"Siamo sempre più determinati - concludono - a uscire dal vicolo cieco in cui la politica ci costringe da almeno 20 anni e siamo disposti a tutte le azioni sindacali per affermare la nostra dignità di professionisti. Sappiamo di avere al nostro fianco milioni di italiani che alla sanità pubblica si rivolgono ogni giorno e che alla sanità pubblica non possono rinunciare".