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Sanità

L'infettivologo: "Secondo dati diffusi da Oms il 39% dei casi e il 62% dei decessi riportati da inizio anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo riguardavano bambini con meno di 5 anni di età. Il 20% delle persone decedute non aveva un anno"
1 minuto e 13 secondi di lettura
di Redazione sanità

Primo caso al di fuori dell'Africa della variante più pericolosa del vaiolo delle scimmie. L'Oms ha dichiarato ieri emergenza sanitaria globale. Il caso è stato registrato in Svezia.

"Dopo 15 mesi dopo la fine dell’emergenza che lo aveva visto protagonista, il vaiolo delle scimmie - ormai ribattezzato mpox - torna a fare paura - commenta Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova -. Il nuovo ceppo virale detto Clade1, è molto diverso rispetto al precedente e più aggressivo e virulento. Si parla di circa 15 mila casi nel continente africano dall’inizio dell’anno e 461 i decessi. Il virus sta mostrando di essere capace di varcare i confini dei paesi dove è stato descritto maggiormente e insediarsi in aree in cui fino a oggi non era presente".

E ancora: "La cosa che preoccupa di più è che le vittime principali sono oggi i minori. Secondo i dati diffusi dall’Oms, il 39% dei casi e il 62% dei decessi riportati dall’inizio dell’anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo riguardavano bambini con meno di 5 anni di età. Il 20% delle persone decedute non aveva ancora compiuto un anno e negli ospedali, riferisce Save the Children, sono ricoverati a causa della malattia anche neonati di appena due settimane. Si tratta quindi di una malattia infettiva di difficile contenimento. Potrebbero esserci casi d’importazione legati ai viaggi, anche nel nostro paese. Occorre organizzarsi presto con tutte le misure di terapia e profilassi per evitare la diffusione globale".