Vai all'articolo sul sito completo

Sanità

Il segreto - spiega la professoressa - è appassionare i giovani, anche con soggiorni all'estero, ma il vero sforzo è convincerli a tornare in Italia
1 minuto e 41 secondi di lettura
di Eva Perasso

Importante riconoscimento per la clinica oncologica dell'università di Genova che ha sede al Policlinico San Martino (LEGGI QUI): con un progetto di ricerca sul trattamento del cancro alla prostata, Davide Soldato, giovane oncologo e ricercatore, si è aggiudicato un premio da 50mila euro. Un traguardo che ancora una volta ricorda l'importanza del lavoro dei ricercatori liguri e dei loro passi in avanti per la scoperta di nuove cure per i tumori dalla mortalità più alta, come spiega a Primocanale la professoressa Lucia Del Mastro, direttrice della clinica di oncologia medica, che ricorda come la vera lotta sia quella di riportare a casa dall'estero i nostri ricercatori.

Alla clinica di oncologia medica infatti lavorano "Giovani formati alla nostra scuola di specialità che hanno fatto un percorso all'estero", spiega la professoressa. Che continua: "Il segreto della possibilità di fare queste attività risiede nel cercare di appassionare i giovani alla ricerca, spingere anche a fare soggiorni all'estero".

Ma spesso, questo li porta a rimanere lì, dove esistono possibilità di carriera e di affermazione più interessanti: "La cosa più difficile è farli ritornare in Italia perché persone cosi brillanti quando vanno all'estero vi restano, cercano di trattenerli, è importante allora cercare di farli ritornare. In parte ci siamo riusciti e questo è stato possibile grazie al lavoro delle direzioni mediche del San Martino e della nostra università", continua Del Mastro.

In particolare, in oncologia medica lavorano ricercatori che guidano, a loro volta, gruppi di specializzandi. Spiega la direttrice dell'oncologia medica: "Il mio team è costituito da 8 dirigenti medici. Di questi 3 sono particolarmente giovani e tutti e tre ritornati da un periodo all'estero. Siamo suddivisi per patologia, alcuni sono impegnati sul tumore della mammella, altri su tumori urologici, altri sul tumore al polmone. Ognuno di questi ricercatori ha un gruppo di specializzandi che fanno da supporto all'attività di ricerca. Lavoriamo dunque con una integrazione tra attività clinica, didattica, abbiamo una scuola di specialità per 30 specializzandi. Lavoriamo per portare avanti la ricerca sulla maggior parte delle malattie oncologiche".