GENOVA - L'ultimo caso la scorsa notte nel pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove un cinquantenne psichiatrico in cura da tempo dal servizio di Salute Mentale ha aggredito e ferito una psichiatra e un'infermiera. L'uomo è stato arrestato anche grazie alle nuove normative in vigore da ottobre a difesa dei sanitari. Il fermo è stato convalidato ma l'uomo viste le sue condizioni psichiatriche è stato ricoverato in una struttura sanitaria.
Le aggressioni al personale sanitario a livello nazionale sono aumentate del 38%, in linea con quelli registrati dalla Asl3 genovese riferiti dal direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Rocco Luigi Picci che ha svelato che, mentre negli anni 2022 e 2023 le aggressioni non arrivano a 80, nei primi nove mesi del 2024 ne sono già state registrate 105.
Le statistiche della Asl3 confermano che i bersagli preferiti dei violenti in ambito sanitario sono le infermiere (90 aggressioni), seguite ma a molta distanza dai medici (27 casi) e poi dagli Oss, gli operatori socio sanitari, con 17 casi.
I luoghi in cui avvengono più aggressioni sono i pronto soccorso (26 casi), seguiti dagli ambulatori (24), e con 16 dagli Spdc, i servizi ospedalieri dove vengono attuati trattamenti psichiatrici volontari ed obbligatori in condizioni di ricovero, poi con 12 casi ci sono le aree di degenza.
Non solo: le statistiche dicono che ottantadue aggressioni avvenute nel 2024 sono solo verbali mentre 25 sono riferite alle persone e 3 nei confronti di cose.
Per prevenire le aggressioni in corsia, come spiega Picci, oltre alla riapertura dei posti di polizia negli ospedale, molti dei quali erano stati chiusi negli anni precedenti, Asl3 ha avviato dei progetti che hanno permesso di qualificare cento operatori specializzati nelle tecniche su come affrontare i pazienti e le altre persone che mostrano manifestazioni aggressive.
(Immagine realizzata con l'Ai)