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Sanità

Carenza di personale e lunghe attese tra le cause. Proposta AMSI. "Ambulatori per codici bianchi"
3 minuti e 21 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

Erano 400 nel 2023 e nel 2024 sono salite a 464. Sono le aggressioni registrate contro i sanitari in Liguria secondo i dati forniti a Primocanale dal prof. Faod Aodi presidente dell'associazione medici di origine straniera in Italia (AMSI). La Liguria insieme a Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Sicilia, Toscana e Lazio sono le regioni che registrano più aggressioni. Ai primi posti tra le ragioni delle aggressioni c'è il sovraccarico dei reparti di emergenza-urgenza, con la crisi della sanità territoriale e la carenza di personale che genera lunghissimi tempi di attesa da parte dei pazienti per questo la proposta di AMSI, in particolare per la Liguria, è quella di ambulatori per codici bianchi gestiti con medici di medicina generali vicino ai pronto soccorso.

Aggressioni aumentate in 5 anni del 38%

Secondo l'associazione medici di origine straniera in Italia (AMSI), le aggressioni contro i professionisti sanitari sono aumentate in media del 38% negli ultimi cinque anni, con il 42% dei professionisti che dichiara di aver subito almeno un'aggressione fisica o psicologica. L'Italia si trova ai primissimi posti in Europa e nel mondo per violenze contro i professionisti sanitari nell'ambito dei paesi sviluppati. Solo nell’ultimo anno, nel 2024, secondo le indagini di Amsi le aggressioni contri i professionisti sanitari sono aumentate del 33%, in Europa del 32% e nel mondo del 39%.

Chi e dove viene aggredito

Le donne sono le vittime numero uno: al primo posto ci sono le infermiere con il 76% delle aggressioni subite. Il reparto dove avviene la maggior parte delle aggressioni è il pronto soccorso, al secondo posto ci sono i reparti psichiatrici. Un caso su cinque di aggressioni avviene da soggetti in stato di alterazione psichica, causato da patologie, droga o alcol.

L'aumento delle violenze fa scappare medici e infermieri all'estero

Le aggressioni contro i professionisti sanitari sono tra le prime ragione della fuga all’estero di medici e infermieri con la medicina difensiva e la stanchezza dei professionisti della sanità- Il 92% dei professionisti sanitari italiani si dichiara insoddisfatto di come la politica gestisce la sicurezza del personale ospedaliero.

"Servono risposte immediate contro le violenze, un piano straordinario"

"La violenza contro medici, infermieri e operatori sanitari è un’emergenza nazionale e sociale che necessita di risposte immediate - spiega il prof. Foad Aodi, presidente di AMSI - serve un piano straordinario per ripristinare la fiducia tra cittadini e operatori sanitari, garantendo la sicurezza di chi è in prima linea per la salute pubblica".

Le cause di un fenomeno complesso

"La carenza di personale, le lunghe attese e la pressione sugli ospedali creano un terreno fertile per la tensione e la violenza - sottolinea Aodi - ma è anche una questione di percezione: il rapporto di fiducia tra i cittadini e il sistema sanitario si è indebolito, e questo si riflette in comportamenti aggressivi che non possiamo accettare. spesso anche per mancanza di dialogo tra personale sanitario e pazienti e/o famigliari".

Di seguito le cause direttamente collegate all’aumento delle aggressioni ai professionisti sanitari negli ultimi 5 anni:
+38% delle aggressioni dovute alla carenza di professionisti della sanità
+24% delle aggressioni dovute ai tempi liste d’attesa
+ 23% delle aggressioni dovute alle file lunghe per mancanza di comunicazione con il personale specialmente con e dopo la pandemia
+ 5% di pregiudizi nei confronti del personale Ssn
+ 5% di risposte non adeguate da parte del personale sanitario e amministrativo ai familiari dei malati.

La proposta: ambulatori per codici bianchi vicino al pronto soccorso

"Tante sono le proposte concrete che secondo noi potrebbero ridurre le aggressioni - conclude Aodi - e in particolare per la Liguria metterei al primo posto, l'istituzione di ambulatori per codici bianchi vicino ai pronto soccorso gestiti da medici di medicina generale in particolare nei week end e nei festivi che è quello che stiamo facendo in Lazio, in modo da investire nella sanità territoriale per ridurre il carico dei pronto soccorsi, potenziando i servizi di assistenza primaria e le strutture intermedie. Senza dimenticare più posti di polizia, il rafforzamento dell'immagine dei professionisti sanitari attraverso campagne di comunicazione che valorizzino il loro ruolo cruciale per la società, l'aumento del personale e il miglioramento delle condizioni lavorative e una maggiore cultura".

 

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