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Sanità

Marcello Bagnasco, presidente dell'associazione italiana della tiroide, spiega nel dettaglio perchè non ha senso acquistare le pillole
2 minuti e 1 secondo di lettura
di T.O.
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GENOVA - Una vera e propria psicosi quella scoppiata in tutta Italia, Liguria compresa. Lunghe file in farmacia per comprare le compresse di iodio e aumento vertiginoso degli acquisti on line delle stesse pastiglie. Tutto causa dei timori di un possibile attacco alle centrale nucleari in Ucraina con conseguente dispersione delle radiazioni. 

Una situazione che però rischia di creare più danni che benefici alla salute di chi dovesse realmente prendere queste pastiglie. L'invito alla calma arriva dal genovese Marcello Bagnasco, presidente dell'associazione italiana della tiroide: "Quello che sta avvenendo non è razionale, esistono dei protocolli sanitari nazionali già previsti in caso di esplosioni nucleari. Non bisogna farsi contagiare da alcuni tipo di psicosi - spiega Bagnasco -. Siamo totalmente fuori dallo scenario previsto dai protocolli. Comprarle in farmacia non serve nulla. Le pastiglie in vendita hanno delle concentrazioni di iodio molto basse e servono per integrazioni alimentari mentre on line si trova di tutto, anche quantità non controllate e possono fare del male a quei soggetti che ne assumono e sono ipertiroidei" e non sanno di esserlo.

E ancora precisa: "Se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico compresse di iodio si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali come, per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni. In particolare, nei soggetti con ipertiroidismo potrebbero esserci conseguenze indesiderate più sensibili".

Il protocollo nazionale prevede che in caso di disastro nucleare sia lo stesso Stato attraverso la sua protezione civile a farsi carico della distribuzione dello iodio. Ma si tratta di situazioni estreme lontane dagli scenari attuali.

L'Italia ha messo a punto tre scenari diversi dove l'elemento centrale è la distanza dai confini del territorio italiano, un piano rivisto appena pochi giorni fa: entro i 200 km, tra i 200 ed entro i 1.000 km dai confini, in territorio extraeuropeo.

Nel primo caso, cioè entro i 200 km, scatterebbe l’invito alla popolazione a chiudersi a casa per non più di due giorni, il blocco del traffico e la iodioprofilassi per ragazzi, giovani adulti e donne incinte.

Tra i 200 e i 1000 km, con fattori di variabilità legati al meteo, sono previsti interventi indiretti sul territorio, controlli su tutte le filiere agroalimentari e sulle importazioni dall’estero.

Oltre i 1000 km ci sarebbero semplici controlli sui prodotti in arrivo dall’estero e sui cittadini italiani eventualmente esposti alle radiazioni. In Europa ci sono 107 reattori nucleari attivi distribuiti su 13 nazioni fra cui non figura l’Italia.

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