GENOVA-Il Covid corre tra i bambini in Liguria. Alta socializzazione e nessun vaccino le due cause probabili: il maggior numero di casi Covid-19 si registra nella fascia d'età tra i 5 e gli 11 anni, a dirlo i dati dell'Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova.
Gli specialisti dell’ospedale genovese hanno fatto il punto della situazione attuale dell’infezione nella popolazione dei bambini nel territorio ligure, in occasione della buona notizia della prossima disponibilità di un vaccino utilizzabile nella fascia di età 5-11 anni, approvato ieri dall’Ema, Agenzia europea per i medicinali. La Commissione tecnico scientifica (Cts) dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), secondo quanto si apprende, è stata convocata la prossima settimana, dall'1 al 3 dicembre, con all'ordine del giorno anche la valutazione di questa pronuncia dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema) sulla vaccinazione anti-Covid per la fascia pediatrica.
Covid, da Ema il via libera al vaccino Pfizer per bambini tra i 5 e 11 anni-LEGGI QUI
Numeri da record che si legano all'elevata presenza della sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C), una complicanza dell'infezione da Covid-19, che ricorre ormai tra i letti dell'ospedale pediatrico con frequenza: 1 caso ogni 500 infezioni circa. Una condizione clinica severa con coinvolgimento di diversi organi bersaglio, cuore e intestino in primis, che insorge mediamente a distanza di quattro settimane dall’infezione e che, pur avendo un’evoluzione benigna, richiede un trattamento ospedaliero per non meno di due o tre settimane e, in alcuni casi, importanti terapie immunosoppressive. Ventinove i casi dall'inizio della pandemia ad oggi presenti al Gaslini, in bambini di età media 4 anni.
Un'altra complicazione legata all'infezione da Coronavirus, è il "long-Covid", conosciuta in modo dettagliato ormai negli adulti, comincia ad essere osservata anche in età pediatrica, spiega Elio Castagnola, direttore dell'UOC Malattie Infettive del Gaslini: "Non è ancora ben chiara la sua definizione clinica in questa fascia di età. A questa si deve anche aggiungere tutta la serie di disturbi psicologici indotti nei bambini e negli adolescenti dai ripetuti e prolungati 'lock-down'. La possibilità di una vaccinazione per ampie fasce di età in pediatria aiuterà sicuramente anche a ridurre queste complicanze, aiutando la rapida ripresa di una 'vita normale' anche per i pazienti pediatrici."
Gli studi effettuati sulla possibilità di vaccinare questa fascia sono promettenti, spiega il direttore scientifico dell'ospedale Gaslini a Primocanale, Angelo Ravelli:
"Confrontando i bambini a cui è stato somministrato il vaccino durante gli studi, che hanno comunque compreso sia bimbi tra i 5 e gli 11 anni sia ragazzi tra i 15 e i 19, e quelli a cui è stato somministrato un placebo, i risultati hanno mostrato che i bambini hanno avuto sintomi lievi e locali, del genere dolore al braccio o qualche linea di febbre."
"I sintomi sono comunque durati solo per qualche giorno e sono poi scomparsi. Questi studi sono stati pubblicati sulla rivista di medicina più importante del mondo, quindi potete capire la fiducia che si pone nella vaccinazione. Esiste la preoccupazione che il vaccino possa causare miocarditi, ovvero una sofferenza del muscolo del cuore, ma anche qui va detto che la possibilità di miocarditi è rarissima e si risolve nella maggior parte dei casi da sola."