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Sanità

La fine dell'emergenza? "Come un capodanno, o l'inizio della primavera, non ci sono grosse variazioni"
59 secondi di lettura
di Tiziana Oberti
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"Lasciarsi dietro le spalle lo stato di emergenza vuol dire passare oltre questi due anni in cui la nostra vita è cambiata, per medici e cittadini": per Matteo Bassetti, direttore Diar Malattie infettive di Regione Liguria, la data del 1 aprile, primo giorno dopo la fine dello stato di emergenza, è un giorno come un altro, di lavoro. "Come un capodanno, o l'inizio della primavera, non ci sono grosse variazioni rispetto a quel che accadeva fino a ieri".

Ma il rallentare le misure restrittive e veder piano piano eliminare l'uso del green pass è una misura attesa, forse arrivata fin troppo tardi: "Ci sarebbe voluto un maggior coraggio, il governo italiano ha avuto meno coraggio di altri Paesi vicino a noi", commenta il professor Bassetti a Primocanale.

Una cosa è certa, il green pass ha fatto il suo tempo, ne è convinto l'infettivologo: "Siamo arrivati a un punto in cui il green pass ha completamente esaurito il suo compito che era quello di far sì che le persone si vaccinassero. Da quando è stato introdotto a oggi ha portato buoni risultati, molte persone si sono vaccinate in qualche modo costrette dal pass. Se qualcuno ha deciso di non vaccinarsi possiamo conviverci e dire "peggio per loro".

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