SAVONA-"L'ospedale di Cairo Montenotte rappresenta un progetto-guida del nostro sistema sanitario regionale. L’obiettivo è quello di avere una sanità territoriale più organizzata basata sui bisogni dei pazienti ma anche sul bacino di utenza e per questo il San Giuseppe non avrà un pronto soccorso". Così il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti dopo la manifestazione di questo pomeriggio a Cairo Montenotte.
"Come già detto per l’Ospedale di Albenga dividere e frammentare i Pronto soccorso o unità particolarmente delicate porta a non offrire un servizio salva vita. Chi oggi grida “senza pronto soccorso si muore” dovrebbe invece sapere (anzi lo sa, ma cinicamente dice il contrario) che si muore proprio per il contrario: per tanti piccoli e inadeguati pronto soccorso, senza medici sufficientemente preparati a causa del numero ristretto dei casi affrontanti, senza adeguate rianimazioni, emodinamiche, centri ictus, traumatologie”.
Centinaia i cittadini della Val Bormida scesi in piazza oggi per chiedere il riconoscimento del San Giuseppe come ospedale di area disagiata e quindi la riattivazione del pronto soccorso.
"La nostra analisi sul progetto del nuovo San Giuseppe si basa sui numeri e sui reali bisogni dei cittadini - spiega Toti -. Lo screening di Alisa evidenzia che la maggior parte delle richieste in Valbormida derivano dalla bassa e bassissima intensità e su questo stiamo indirizzando i nostri interventi. Con il nostro progetto stimiamo di poter rispondere al 90% delle domande cliniche del territorio. Al San Giuseppe è prevista la realizzazione di una casa e di un ospedale di comunità con 20 posti letto e di un reparto di riabilitazione post acuti da altri 40 posti, per un totale di 60 posti. Questo consentirà il miglioramento delle cure per patologie di media e bassa intensità con equipe multidisciplinari e specialisti ambulatoriali, servizi infermieristici e diagnostici, nonché un punto di primo intervento".
"Saranno investiti 10,5 milioni di euro, di cui 8,1 destinati all’edificio “ex Maddalena” per l’adeguamento anti sismico, e la creazione dell’ospedale di comunità al primo piano, del reparto di riabilitazione al secondo piano, della casa di comunità. Quindi come abbiamo spiegato agli amministratori e ai politici del territorio, con il Pnrr quello sarà uno degli ospedali che verrano, al contrario, potenziati: casa di comunità con medici a disposizione dei cittadini, day surgery, radiologia e una nuova tac, specialisti in loco per tutte le visite, riabilitazione post operatoria e più letti di quanti non ne abbia mai avuto quel nosocomio. Non parole urlate a casaccio ma programmi, scritti nero su bianco, nel piano Pnrr presentato dalla Regione al Governo che diventerà realtà nei prossimi mesi”.