GENOVA-Continuano ad aumentare le differenze tra uomo e donna, anche in ambito cardiovascolare, dove negli ultimi anni è stata scoperta una diversità dei sintomi della prima causa di morte nell'Occidente, l'infarto, da non sottovalutare. Lo ha spiegato a Primocanale Italo Porto, direttore della clinica delle malattie dell'apparato cardiovascolare del Policlinico di Genova.
Diffuso in tutto il mondo, l'alta età media della nostra Regione, spiega il cardiologo, implica un alto numero di infarti: "Le malattie cardiovascolari come l'infarto sono purtroppo molto diffuse. Come sappiamo, poi, in Liguria, abbiamo una delle popolazione più anziane d'Italia, e questo non è un dato a nostro favore, contando che l'età è uno dei maggiori fattori di rischio per una malattia come l'infarto".
Negli uomini i sintomi dell'infarto sono di solito 'clamorosi': una pugnalata o un dolore insopportabile al petto. Nelle donne, invece, si sente di fastidio, dolore alla schiena, un po' di fiato corto. "C'è molta attenzione in questa fase sulla diversità di genere dei sintomi - continua Porto -, che sono diversi da femmine a maschio. C'è da dire che la donna, prima della menopausa, tende ad avere un'incidenza più bassa. C'è anche uno stigma legato a questo fattore, infatti se si notato i sintomi classici in una donna giovane, è più difficile che si pensi subito ad un infarto. Nella donna i sintomi sono molto più sfumati: è meno frequente che il sintomo principale sia fastidio al petto. Nella donna le caratteristiche del fastidio al torace sono diverse: solitamente si prova anche fastidio all'addominale, che insieme a sudorazione e vomito, dovrebbero far scattare il campanello d'allarme".
Cosa sembra seguire la stessa linea è la prevenzione, fondamentale sia negli uomini, che nelle donne, una vita sana: "Le prime regole sono quelle di buon senso, possiamo prevenire attraverso i nostri comportamenti: dobbiamo rimanere attivi, quindi l'attività fisica è necessaria, infatti ricordiamo che l'obesità è una delle cause principali come il fumo, anche questo è un fattore di rischio modificabile. Anche l'alcol, volendo, è un fattore di rischio, soprattutto nel 'binge drinking', diciamo le grandi bevute del venerdì sera. Parliamo poi di un altro fattore di rischio che molto spesso non viene considerato, lo stress. È una parola molto generica, ma se si vive una vita piacevole abbiamo meno rischio di sviluppare malattie cardiovascolari come l'infarto".
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