Sanità

I consigli del pediatra Alberto Ferrando: pazienza e riti "all'antica" oltre ai comuni anti parassitari. Attenzione, per chi va in campagna, anche alle zecche
1 minuto e 32 secondi di lettura
di T.O.

 

Ritornano i pidocchi all'asilo e a scuola: spesso troppi prodotti preventivi spruzzati sulle teste dei piccoli aiutano la loro diffusione. Ecco come fare a riconoscerli e a debellarli, ce lo spiega il pediatra Alberto Ferrando, che ricorda anche le regole base per chi va in campagna o sui prati, nel periodo in cui si diffondono le zecche.

"C'è il gran ritorno dei pidocchi a scuola", afferma il pediatra Alberto Ferrando, Presidente Associazione Pediatri Extraospedalieri della Liguria: "Non ci abbandonano, anzi stanno diventando resistenti, grazie all'iniziativa di tanti che nel dubbio appena il bambino si gratta la testa fanno la terapia anti parassitaria".

Ecco allora cosa fare: "Se ci sono pidocchi in casa bisogna controllare la testa dei bambini, cercare le uova che sono bianche e attaccate alla radice dei capelli e se si trova qualcosa usare i rimedi della nonna. Per esempio la pettinissa che è un pettine a denti molto fini, oppure si può usare l'aceto che aiuta a staccarli. Ma non riempite di antiparassitari i bambini senza sentire il pediatra. Servono calma, pazienza, tempo".

"I pidocchi non portano malattie, è un problema di tipo sociale che va affrontato nella quotidianità, con l'informazione. Il pidocchio dà l'idea dello sporco ma adora il pulito, è democratico e prende tutti quanti: giovani, meno giovani, insegnanti, non fa distinzioni".

Se in classe il rischio è quello dei pidocchi, all'aperto è arrivato il momento delle zecche, come ricorda Ferrando: "Attenti anche alle zecche che 99 su 100 non causano problemi ma possono trasmettere malattie. In alcune regioni del nord possono causare anche l'encefalite ma qui in Liguria questo non accade".

"Andate in campagna ma non a piedi nudi, coi pantaloni lunghi e dopo esser stati in campagna controllate il bambino e voi stessi. Se avete una zecca non andate subito al pronto soccorso ma chiamate il pediatra", consiglia il dottor Ferrando.

 

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