GENOVA-La malattia che chiamiamo comunemente vaiolo delle scimmie avrebbe origini da alcuni roditori africani e in particolare dal topo del Gambia, chiamato anche ratto gigante per le sue dimensione che lo annoverano tra i roditori più grandi del mondo. L'animale è diffuso anche in nord America ma vive principalmente in Africa, in Senegal, Kenya ma anche dall'Angola al Mozambico. A spiegare i nuovi dettagli ai microfoni di Primocanale il direttore delle malattie infettive dell'ospedale Galliera di Genova, Emanuele Pontali.
"È stato detto delle scimmie proprio perché è stato isolato per la prima volta nelle scimmie, anche se in realtà quello che abbiamo imparato a sapere è che quelli che sono i veri portatori di questo virus sono i roditori della fascia equatoriale africana, come alcuni scoiattoli selvatici e quello che sta diventando famoso: il topo gigante del Gambia".
Spiega Pontali, che continua: "Sono animali che di solito con l'uomo hanno poco a che fare. In queste regioni si convive con loro, per esempio nelle città che si sono sviluppate ai margini della foresta. Possiamo capire quindi che ci si possa infettare soprattutto in queste zone, generalmente a causa di un contatto con l'animale vivo o morto o durante la caccia o per ragioni di residenza. - spiega il dottor Pontali-. In questo momento siamo più preoccupati perché c'è un focolaio di trasmissione di casi tra gli uomini, non più soltanto dall'animale all'uomo, legati ad una permanenza ad alcune manifestazioni, vacanze, ferie di persone che erano, per turismo, alle Canarie. Per cui qualcuno è arrivato là nella fase di incubazione, ha trasmesso il virus e c'è stata un'amplificazione dei casi".
"La prima malattia debellata al mondo con i vaccini è stato il vaiolo, ce ne siamo liberati a fine anni '70. Esistono questi 'poxvirus', non solo quello delle scimmie ma anche quello dei bovini e di altri animali perché è una famiglia di virus che accompagna gli esseri viventi sulla terra da un sacco di tempo. Sono infezioni che in genere passano dall'animale all'uomo per diretto contatto, in particolare questo virus è stato identificato per la prima volta nel 1958 in Danimarca su un gruppo di scimmie che erano arrivate dall'Asia per gli studi su altri vaccini." racconta Pontali.