GENOVA-Arriva l'estate e la spiaggia è sempre più accattivante. Purtroppo però, andare al mare può trasformarsi in una tragedia nel giro di un secondo, gli annegamenti e i semi-annegamenti sono infatti eventi molto gravi che spesso riguardano la fascia di popolazione più giovane. A mettere ancora una volta in luce l'importanza di una attenta sorveglianza intorno all'acqua, che sia il mare o una piscina, è Alberto Ferrando, medico pediatra e presidente dell'associazione dei pediatri extraospedalieri della Liguria. La disattenzione, molto spesso, è il principale fattore negli incidenti di annegamento dei bambini.
Stare sempre in guardia quando un bambino si trova vicino o in acqua, non importa se hanno seguito un corso di nuoto: a volte non basta. "Fino ai quattro e cinque anni 5, anche più avanti, non sono purtroppo in grado di cavarsela quando c'è un'emergenza del genere - spiega Ferrando -. In gergo calcistico, raddoppio di marcatura, non ci si può distrarre un attimo".
Un controllo ferrato ma non solo, per salvare la vita dei bambini è necessario riconoscere quando un bimbo sta annegando: "Bisogna capire quando le persone stanno annegando. Purtroppo non è come al cinema, nei film, quando si vede una persona che urla aiuto e si agita: l'annegamento spesso accade in silenzio. L'agitazione è più magari legata ai movimenti: a volte potrebbe essere un gioco, altre no. Questo comunque vale per i più grandicelli, per i più piccoli è ancora diverso. I bimbi infatti affoga in orizzontale: se sembra che stia guardando il fondale tiratelo su, basta un secondo. E ancora ricordatevi che basta pochissima acqua, anche uno stagno: l'annegamento è tra le prime cause di morte per incidente tra gli 0 e 4 anni".