Sanità

La Asl 3 ha deciso che nei prossimi mesi faremo prevenzione sul territorio
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di Tiziana Oberti

GENOVA - "Gli uomini dovrebbero imparare dalle donne la cultura della prevenzione". Così Carlo Ambruosi direttore della S.C.Urologia della Asl 3 genovese a Primocanale in occasione del mese dedicato alla prevenzione maschile. Gli uomini italiani fanno poca prevenzione per il tumore della prostata e in generale per le patologie urologiche.

"Le donne in tema di prevenzione sono dal punto di vista culturale un passo avanti rispetto agli uomini - spiega Ambruosi - in ambito femminile si parla già dall' adolescenza di prevenzione con visite ginecologiche, auto palpazione e pap test mentre per i maschi in ambito uro-andrologico non c'è un percorso altrettanto sistematico che coinvolga già l'età adolescenziale".

Non esiste un vero e proprio screening organizzato dal servizio pubblico come per il tumore della cervice uterina o del colon-retto, ma ci sono esami che possono essere fatti per la diagnosi precoce.

"Gli uomini sono ancora riluttanti nel sottoporsi a una visita urologica spesso sono le mogli a trascinare i mariti, andare dall’urologo e dall’andrologo dovrebbe diventare per gli uomini una routine, come lo è per le donne andare dal ginecologo".


Novembre è il mese 'azzurro' dedicato alle iniziative di sensibilizzazione sull'importanza di una visita urologica.


"In Italia il tumore alla prostata è il più frequente negli uomini con 40mila nuovi casi all'anno - racconta Ambruosi - ed è al terzo posto per mortalità con 7mila decessi, il dato incoraggiante è che dal 1994 al 2002 questo tasso è sceso del 13% quindi fondamentale diagnosi precoce".

Uno dei principali fattori di rischio è la familiarità: il rischio di ammalarsi è maggiore per chi ha un parente di primo grado (padre, fratello, ecc.), che ha avuto questo tumore rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia. Per questo, in caso di familiarità, è importante sottoporsi a dei controlli già a partire dai 40-45 anni di età.

Un altro fattore di rischio è l’età: le possibilità di ammalarsi aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e la frequenza della malattia aumenta con l’età.

Altri fattori che possono favorire l’insorgere della patologia sono legati allo stile di vita: eccessivo consumo di grassi, fumo, obesità, mancanza di esercizio fisico sono alcune delle abitudini che possono favorire lo sviluppo e la crescita del tumore della prostata


"Una volta c'era la visita di leva - sottolinea Ambruosi - e permetteva la diagnosi di molti disturbi in fase precoce come il varicocele che danneggia gli spermatozoi di cui soffrono molti uomini e che può causare infertilità".


C'è quindi un momento di vuoto e gli uomini arrivano molto spesso a fare una prima visita uro-andrologica solo quando intorno ai 35 anni spesso hanno difficoltà ad avere un figlio.

"La Asl 3 ha deciso che nei prossimi mesi faremo prevenzione sul territorio, insegneremo e spiegheremo l'autopalpazione dei testicoli e le patologie urologiche perchè non ci può essere corretta prevenzione senza una corretta informazione"

L'autopalpazione del testicolo, come l’autopalpazione del seno per le donne, è uno strumento importantissimo di prevenzione.

 

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