Si delinea il quadro di addebiti mossi a Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, nel contesto dell'inchiesta della procura di Paola. Il Viperetta si trova da ieri a San Vittore: nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, il gip spiega che solo la privazione della libertà di Ferrero può garantire l'andamento dell'inchiesta. Tra gli indagati c'è anche l'ex moglie Laura Sini, l'ormai famosa cassaforte nella casa di piazza di Spagna è stata aperta ieri sera con la fiamma ossidrica dagli uomini della Guardia di Finanza.
PERICOLOSITA' - Per il suo "ruolo centrale", il "relativo coinvolgimento nella quasi totalità delle condotte" contestate e "le risultanze del certificato del casellario", nei confronti del 70enne imprenditore romano "l'unica misura idonea e pienamente rispondente alle esigenze cautelari appare quella della custodia cautelare in carcere".
"La particolare spregiudicatezza, la pervicacia e la scaltrezza manifestate" da Ferrero insieme "all'elevata consistenza degli interessi economici coinvolti fanno ritenere che non sarebbe sufficiente la misura degli arresti domiciliari", scrive ancora il giudice, che vede nel carcere la sola misura di contrasto a un "concreto e gravissimo pericolo di commissione di delitti analoghi a quelli per cui si procede".
Nel provvedimento il giudice scrive che "appare infatti elevato il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi". E ancora: "tanto risulta alla evidenza dalla pluralità e dalle stesse modalità di commissione dei delitti connotate dall'inserimento di un contesto soggettivo ed oggettivo allargato, caratterizzato, da una notevole predisposizione di mezzi da un considerevole impegno in termini di attivita' gestoria e da una enorme numero di operazioni amministrative e contabile".
Per il gip di Paola inoltre, "i forti interessi personali sottesi alle condotte in esame, l'elevato grado di coinvolgimento nel contesto soggettivo e oggettivo di riferimento, il numero e la gravità delle condotte loro ascritte per come indicate nella provvisoria imputazione e l'inserimento delle stesse in un contesto soggettivo e oggettivo allargato, fanno ritenere che l'applicazione di una misura non custodiale sia inidonea allo scopo".
NON MENO DI TRE ANNI - Il gip di Paola è durissimo con Ferrero: "Il pericolo di recidiva, le risultanze del casellario e naturalmente i fatti contestati fanno escludere allo stato la futura concessione della sospensione condizionale, così come una pena detentiva minore di tre anni".
Secondo il gip calabrese, regione dove Ferraro aveva trasferito la sede di quattro società fallite oggetto d'indagine, per l'ex presidente della Sampdoria (del tutto estranea ai fatti) "unica sanzione da irrogare appare quella della custodia cautelare in carcere, unica a recidere radicalmente le possibilità di porre in essere altri illeciti anche tramite contatti con indagati o soggetti terzi".
AVVOCATO - Per parte sua, l'avvocato Giuseppina Tenga raffigura lo scenario di un Ferrero abbandonato a se stesso a San Vittore: "Visto che oggi a Milano è festa e domani è l'Immacolata - ha detto il legale - per noi diventa impossibile parlare con il nostro assistito. Ed il procuratore di Paola oggi è in ferie. Una collega è andata in Procura ma non lo ha trovato e le hanno detto che si è preso un giorno di ferie. Tra l'altro, non avendo disposto il trasferimento a Roma come avevamo chiesto, ieri la cassaforte nella casa romana di Ferrero è stata aperta con la fiamma ossidrica. per noi è difficile anche riuscire a consegnare una borsa con gli indumenti a Ferrero visto che il carcere milanese oggi è chiuso".
L'avvocato Tenga aggiunge che non è stato ancora fissato l'interrogatorio di garanzia e che nei prossimi giorni sarà presentato ricorso al Tribunale del riesame. "Stiamo parlando - ha spiegato il legale - di un fallimento del 2017, non vedo quale sia l'attualità da giustificare tale forma di giustizialismo e moralismo da parte della Procura".
DISSAPORI - Dalle intercettazioni emerge un quadro sconcertante delle relazioni familiari e professionali all'interno della cerchia ristretta dei contatti dell'ex presidente della Sampdoria. In una delle intercettazioni, la figlia Vanessa definisce il padre "fuori di testa". "Io non ho fatto una cosa delle 16 denunce penali che ho! Non ci sta con la testa, sta fuori di testa. Io mi voglio levare da questo ginepraio".
Vanessa, dal 12 giugno 2014 titolare della quota di maggioranza assoluta delle azioni della UC Sampdoria S.p.A. sbotta: "Invece di dire 'amore scusa che ti ho messo in questa situazione di merda, a paga' la galera, quando i problemi sono miei non tuoi, perdonami figlia diletta', cosi' dovrebbe comportarsi. Io non c'ho manco i soldi per la spesa".
VANESSA FURIOSA - E' il 4 giugno scorso quando Vanessa Ferrero è al telefono con una interlocutrice. Nel corso della telefonata, si legge nell'ordinanza di misura cautelare del Gip in relazione all'arresto del padre, "Vanessa si sfoga sulla questione mutuo della casa che sta comprando e nel contempo si lamenta del comportamento del padre e del fatto che, nonostante l'abbia messa nei guai non dimostra alcuna comprensione nei suoi confronti". "No va bè - dice vanessa - a parte per il mutuo che me rode il c..o a mille perché… cioè… deliberanno… fanno… mò è uscita fuori una c..zo di garanzia che porco Cri… lo sanno tutti... cioè in centrale rischi per di' (…), ma che cazzo vuoi? Ma delibera e non caca' er cazzo! Che ce pensi due giorni prima del rogito? A testa di minchia… me devi far gioi' per nulla". "Fatto sta - prosegue Vanessa - che mò ho chiamato tutto il mondo… sempre che il mio advisor dia una spiegazione tecnica e logica… grazie poi all'esito positivo ieri della società (…) perché ovviamente è un c..zo nel c..lo legato alla società… poi me rompe il c..zo che mio padre ogni volta - ah… quando cresci… che te fai le cose da sola… perché ce so io… perché me danno credibilità a me... io... io... io sono io e voi non siete un c..o. Ma li mortacci tua (…). Io sto così per i c..zi tua e me devi pure dì…capito?". "Cioè io te giuro - afferma Vanessa - mi' padre io non vedo l'ora di sputargli in faccia... e mannallo a fan culo pure lui… i sordi... glie dò n' culo e foca ai capelli (…). Ti giuro non ce la faccio più! Cioè, invece de dire amore scusa che ti ho messo in questa situazione di merda (…) a paga' la galera quando i problemi so' miei e non tuoi, perdonami figlia diletta… così dovrebbe comportasse, hai capito? Cosa ti serve? Mangiare? L'università? Bere? Non c'ho manco i soldi per la spesa (…). Pure mi' padre che... se lui c'ha l'Alzheimer… o un principio di schizofrenia e nella mente si è convinto che tutti i problemi che c'ha è colpa mia… è un problema suo non io (…). Io non ho fatto una cosa delle 16 denunce penali che c'ho, una, una (…), glielo devo di', non ce sta con la testa, sta fuori de testa. A me non me ne frega un c..zo... io me voglio leva' da sto ginepraio! Io me voglio leva', io voglio lavorare... farmi i c..zi miei... devono mori', capito? Che li mortacci loro, sto così per loro". In una diversa telefonata, datata 21 giugno 2021, la figlia di Ferrero dice a una diversa interlocutrice: "Io non posso neanche andarlo a di' in giro che Massimo Ferrero è 'na merda… che fa schifo… che va a di' che tuti i figli so' attaccati alla bocca… invece lui che fa sta c..zo di vita la fa grazie a me! Capito? Se lui sta dove sta, se è arrivato in Sampdoria… se è arrivato a essere qualcuno è grazie a 'sta pezza de merda che ha firmato tutto e guarda come me fa sta'? E per un c..zo de mutuo che mi ha dato… tutti i giorni a romperme il c...zo".
"UNA PIOTTA E FA TUTTO" - Un'altra intercettazione dello scorso 5 febbraio vede Ferrero è al telefono con Gianluca Vidal, cui chiede "quali sono le richieste avanzate dalla figlia Vanessa ", e Vidal spiega: "Te la dico trasparentemente! Te la dico...dopo averla detta me la dimentico, ok? Perché non te l'ho mai suggerita! Allora non si può fare con Palazzo, non esiste, è impossibile, perché Palazzo è monitorata ogni trenta secondi…non si può fare con… sotto con 'la mamma', non si può fare con le altre società collegate, si può fare soltanto...l'unica dove non c'è nessun obbligo di rendiconto e di controllo è Ssh, su Ssh però non ho voluto anticipare le cose a Bosco perché non voglio che si facciano i cazzi tuoi".
"Quindi - prosegue Vidal - mi sono fatto mandare tutti i rapporti e l'aggiornamento della situazione contabile che mi hanno già mandato! Me l'hanno mandata ieri! Quindi se questa che è identica a te dall'altra parte... la smette di scassarmi la minchia! Io, oggi, guardo questi dati e ti dico se tu la puoi fare, se tu la puoi fare poi devi essere tu a decidere di poterlo farei, lei oggi sta chiedendo delle cagate…sta chiedendo cinquantamila euro per riavviare…per i danni che". A questo punto Ferrero taglia corto: "Eh, gli diamo 'na piotta e fa tutto", e Vidal: "Fa tutto alla grande! No, non gliela diamo tutto assieme i ciccioli, gli diamo cinquanta e cinquanta", e Ferrero: "Gliene diamo trenta! Trenta e trenta! Ci sono però già i soldi là, eh!", e Vidal: "sì lo so…però abbiamo anche l'obbligo con...con il transfer! Sto verificandoti tutto, lascia che…", e poi ancora Ferrero: "Va beh, ascolta, c'è un'altra cosa che…così non ti dicono un cazzo ...quella cosa dei cinquantamila euro da dare a l'Arabia Saudita ... l'hanno rifiutata".
NEMICO DI SE STESSO - Dalle intercettazione emerge anche il vivo disappunto di Gianluca Vidal, il commercialista che da qualche tempo assiste Ferrero in molte attività: "Il vero problema è Massimo Ferrero... Perché? Perché Massimo Ferrero è un eccezionale commerciale - dice Vidal - ma è anche il peggior nemico di se stesso… come è già stato dimostrato".
"E quindi - prosegue il commercialista - essendo il peggior nemico di se stesso… oggi rischierebbe... rischia di far cosa? Di volere sempre di più. Lui dice di non essere avido ma in realtà vuole sempre di più… E quindi dice no, bisogna non svendere eccetera… io sono riuscito a costituire un trust senza avere dei limiti! Quindi in realtà io potrei ricevere ordinariamente sul mercato anche ad un prezzo... diciamo di mercato valido che ci chiuda tutte le cose... il tema - osserva ancora il commercialista - è che se tu gli dici che stai chiudendo ad ottanta… lui ti dice che la società vale cento, se stai chiudendo a cento la società vale centoventi".
"La cosa drammatica di tutto ciò - sottolinea - è che mi sembra per la prima volta di lavorare per un down, nel senso che io sto lavorando, cazzo… per riprendere lui e lui non lo capisce questo, non lo capisce! Quindi quando lui ti dice 'no ma io voglio prendere più di questo' e io gli dico Massimo ma sei fallito (…). Lui ogni giorno deve trovare un posto dove bucare e far scendere dei soldi... il tema è che se davvero gli bloccano tutto… alla fine non è tanto possibile far tutte queste cose (…), alla fine bisognerà vedere che fare all'interno di queste scatole per operare".