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Sport

La due diligence portata avanti da Redstone procede, Cerberus resta in corsa e potrebbe essere solo uno dei co-finanziatori
4 minuti e 44 secondi di lettura
di Maurizio Michieli

In gergo tecnico si definisce “bread and butter”, pane e burro. Ovvero una delle numerose operazioni portate avanti da un Fondo internazionale, la cui portata finanziaria sia però di entità relativamente modesta rispetto alla forza e alla potenzialità dell’investitore. Una definizione assolutamente non dispregiativa o sprezzante, ma che serve semplicemente a definire i contorni del progetto sul piano economico.

Ecco, la Sampdoria per Cerberus è un’operazione di tipo “bread and butter”. Questo significa che il Fondo è talmente solido, importante e “capiente” che l’acquisizione della società blucerchiata – insieme a Redstone Capital Partners, il multi-family office che conduce le trattative – non è tanto e solo una questione di soldi, pur rilevanti, ma soprattutto un investimento da ponderare con attenzione in ogni dettaglio per evitare fraintendimenti o peggio sgradite sorprese, questo è di fatto il ruolo della cosiddetta due diligence.

Ecco perché l’operazione Redstone-Cerberus/Sampdoria, per sapere se si concluderà positivamente o no, richiederà tempi un po’ più lunghi rispetto all’esclusiva cosiddetta “mascherata” concessa alla cordata anglo americana dal trustee Gianluca Vidal sino alla data simbolica del 15 di agosto.

E’ opportuno ricordare che la Sampdoria in questa fase storica è incardinata in un sistema molto complesso, dove gli attori in campo non sono, come in una trattativa “semplice”, soltanto il venditore ed il compratore, bensì anche il Tribunale fallimentare di Roma, il Trust Rosan in cui il club blucerchiato è per così dire incapsulato, gli immobili in pancia alle aziende Real Farvem ed Eleven Finance sottoposte ai concordati preventivi, più altre variabili che sarebbe complicato e pure noioso spiegare.

Ecco perché l’operazione va alla lunghe, complice anche il periodo ferragostano durante il quale anche i consulenti più solerti vanno in vacanza. Questo non significa che Cerberus si sia ritirato, sebbene l’ipotesi non sia da scartare in assoluto. Come detto, a portare avanti le trattative è Redstone Capital Partners, che è un importante multi-family office internazionale (ovvero gestisce i rilevanti patrimoni di grandi famiglie) attivo prevalentemente nel settore immobiliare, media e sport. Redstone può agire da investitore principale e date le esperienze del suo team può fornire attività di due diligence strategica, raccolta di capitali, sviluppo del business e ottimizzazione dell’azienda. La pianificazione aziendale e la finanza per le attività sportive è una delle specialità di Redstone.

 Il management di Redstone ha una vasta esperienza nello sviluppo di stadi, gestione sportiva, acquisizioni e dismissioni soprattutto nel settore dello sport. I membri del team (Mark Alexander e Antonio Alquezar) hanno maturato forte esperienza in NBA, F1, calcio e America’s Cup.

Pertanto Cerberus potrebbe essere solo uno dei co- finanziatori, capaci di apportare la liquidità necessaria per concludere la delicata transazione di cambio di proprietà della Sampdoria. Quindi, per mera teoria, Cerberus potrebbe anche essere sostituito da Redstone con un altro Fondo ma non è questo, al momento, il caso in essere. Più semplicemente gli investitori vogliono ottenere un quadro dettagliatissimo della situazione, tra l’altro in evoluzione per via del calcio mercato in corso.

Il gruppo anglo (Redstone) americano (Cerberus) rimane il principale competitor nella corsa all’acquisizione del club di Corte Lambruschini. Ma, come ha sottolineato il presidente Marco Lanna in conferenza stampa, l’eccesso di mediaticità può rappresentare un ostacolo alla trattativa, non tanto perché non sia ritenuta fisiologica una fuoriuscita di notizie ed indiscrezioni (il mondo del calcio in Italia è una vetrina enorme e lo sanno anche negli Stati Uniti) quanto perché chi finanzia (Cerberus) considera l’operazione (e qui torniamo all’inizio della nostra ricostruzione) “bread and butter” e dunque non “comprende” sino in fondo, complice la mentalità americana, la dimensione espositiva della trattativa.

Peraltro, all’interno della data room messa a disposizione dal Cda della Sampdoria per i potenziali compratori non c’è soltanto la cordata Redstone-Cerberus, ma sono presenti altri quattro soggetti interessati, la cui identità non è necessariamente conosciuta da tutti gli interlocutori poiché tutte le controparti, visto il grande interesse attorno alla trattativa, cercano di mantenere il maggior grado di riservatezza possibile. Pertanto, alcuni voli pindarici sui nomi dei possibili compratori potrebbero poi non trovare riscontro successivo.

Una cosa è certa: alla data room non ha mai avuto accesso e continua a non averlo l’imprenditore cinematografico Francesco Di Silvio (portato dall’ex calciatore Ivano Bonetti), non perché sia stato scartato a priori ma perché non ha mai prodotto le garanzie e i documenti necessari per entrarci, tra cui la verifica delle disponibilità liquide a disposizione e l’evidenza dell’investitore effettivo.

Va rilevato, anche come nota di realistico ottimismo, che l’indebitamento della Sampdoria nelle ultime settimane si è ridotto, grazie alle operazioni di mercato condotte dai dirigenti e dal Consiglio di amministrazione.

Le cessioni di Damsgaard, Thorsby, Bonazzoli, Lagumina, Falcone, Askildsen, il riscatto di Caprari da parte del Verona e il probabile risparmio dell’ingaggio oneroso di Antonio Candreva hanno permesso di abbattere sensibilmente il debito, un dato “nuovo” da sottoporre agli investitori in pole position per l’acquisizione della società di Corte Lambruschini. Nel contempo si è cercato, pur riducendo i costi, di non indebolire la squadra (altri due “colpi” verranno messi a segno entro la fine del mercato), affinché la partenza in campionato della Samp non ne risulti troppo penalizzata.

Insomma, avanti piano ma comunque avanti. Nessuno a Primocanale ha mai negato che la situazione della Sampdoria sia terribilmente complicata, anzi, martedì scorso Marco Lanna è stato persino crudo nel confermare il “mare minato” in cui iniziò a muoversi a gennaio il nuovo cda e nel quale continua a muoversi tuttora.

Ma chi sta lavorando per il bene presente e futuro della Samp, ridotta quasi in macerie dalla precedente gestione, non è sprovveduto e merita ancora sostegno e fiducia, anziché polveroni destabilizzanti alla vigilia di un campionato da far tremare i polsi per l’elevata carica di competitività.