Fali Ramadani, potentissimo procuratore di origini albanesi, risulta indagato, insieme col collaboratore Pietro Chiodi, per reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio relative alle commissioni in varie operazioni di compravendita di calciatori. La Guardia di Finanza sta perquisendo le sedi di undici società di calcio di serie A, non indagate. In particolare gli inquirenti puntano i fari sulla cessione di Miralem Pjanic dalla Juve al Barcellona e quella di Federico Chiesa dalla Fiorentina alla Juventus.
Lunedì scorso Ramadani avrebbe dovuto vedere Massimo Ferrero per parlare del possibile arrivo di Dejan Stankovic alla Sampdoria, ma l'appuntamento era saltato per l'arresto dell'ex presidente della Sampdoria.
Al centro della nuova inchiesta milanese sul calciomercato ci sarebbe un presunto sistema attraverso il quale Ramadani e Chiodi sarebbero riusciti a non versare alcuna imposta in Italia sulle mediazioni e sulle commissioni ottenute dalle compravendite dei calciatori da lui rappresentati. Un sistema che, secondo gli inquirenti, si baserebbe su società all'estero e su un meccanismo, dunque, di "esterovestizione societaria". Ramadani ha avuto già avuto guai con il fisco spagnolo ed è finito al centro di indagini dell'autorità giudiziaria spagnola.
Come si legge nel capo di imputazione l'omessa dichiarazione dei redditi commessa nel 2018 e 2019 è il reato presupposto del riciclaggio e autoriciclaggio contestati fino al 2021. Secondo il pm Polizzi, Ramadani, tramite la "stabile organizzazione occulta" operativa in Italia e "attiva nel settore della mediazione sportiva" avrebbe occultato ovvero trasferito i proventi dell'evasione fiscale "su rapporti bancari accesi presso istituti di credito italiani ed esteri a nome di società" di diritto estero a lui ricondibili e con sede a Dublino, Malta, Gran Bretagna e Bulgaria, tra cui Primus Sports Consultancy Limited, Lian Sports Limited, Lanigam Management Ltd e altre.