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Sport

1 minuto e 21 secondi di lettura
di Giovanni Porcella

Anche a mente fredda il pareggio 3-3 col Parma il Genoa non sa come prenderlo. Il Ferraris pare un tabù, due gare e due pareggi. L’effetto tifo pur da applausi, Buffon ha elogiato la Nord confessando la sua ammirazione al presidente rossoblu Zangrillo, non ha ancora dato la spinta decisiva ad una squadra che lotta e s’impegna ma che pur giocando bene (col Parma prestazione più che sufficiente sul piano dell’iniziativa) malgrado tre gol fatti non ha vinto. Al Genoa non basta mai, c’è sempre un problema. Stavolta sono i gol subiti. I primi due a dir poco surreali per sfortuna e il terzo su corner evitabilissimo.

Frendrup ha sbagliato dando il via al fattaccio decisivo con il gol di Estevez che con più attenzione si poteva impedire. Tutti fermi a guardare. Peccato, si volta pagina. Restano otto punti in quattro partite, ovvero score da perfetta media inglese. Ma restano anche i rimpianti per due punti gettati dalla finestra. A non incidere sono stati sopratutto i cambi. Ekuban stanco forse poteva restare qualche minuto in più in campo, come Coda motivato dal gol segnato su rigore. Yalcin ha inciso così così, mentre Yeboah non ha fatto i movimenti giusti finendo sempre in fuori gioco ed in area è rimasto sempre tagliato fuori dalla pur allegra difesa emiliana.

Per questo a Palermo, Gudmundsson inoltre sarà squalificato, forse scatterà il momento di Aramu e Puscas, mentre Strootman pare più indietro. Ma dipenderà da Blessin che dovrà considerarli pronti per almeno una porzione di partita oppure no. Per Il resto potrebbe essere ripensato, dal
“mister” tedesco, un nuovo modulo tattico, ma senza fretta.

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