Come previsto, con l'approssimarsi del 6 dicembre - quando scadrà l'interdizione emessa dalla Procura di Paola ad occuparsi della Sampdoria - Massimo Ferrero si prepara a tornare in sella, delegittimando il suo successore (dal 23 dicembre 2021) Marco Lanna e, con la scusa della salvezza a forte rischio, chiedendo anche una tregua ai tifosi, che tuttavia hanno già annunciato, tramite un comunicato firmato La Sud, una forte manifestazione di protesta il 26 novembre alle 18,30 proprio sotto la Gradinata.
Una mossa, quella del Viperetta, tristemente "annunciata" da Primocanale e, dal punto di vista del suo promotore, perfetta per quanto all'apparenza "folle". A Massimo Ferrero può imputarsi tutto, tranne il fatto di non essere scaltro e capace di fare quelli che gli sembrano i propri interessi, salvo poi scontrarsi con la dura realtà.
Un'approfondita lettura degli atti dell'inchiesta scattata in Calabria a suo carico - e delle cui accuse da essa scaturite (reati societari e bancarotta) dovrà rispondere in Tribunale, essendo stato rinviato a giudizio - vale più di qualunque analisi giornalistica per comprendere lo scenario in essere, poiché all'interno vi è racchiuso il modus operandi, pratico e psicologico, del Viperetta, proprietario della Sampdoria attraverso la figlia Vanessa ma autentico deus ex machina di ogni manovra.
In attesa dell'ennesimo comunicato della cordata Di Silvio-Bonetti-Metta-Stanchi-Console-Mehdi Hani-Al Thani e con la speranza che si riveli quello buono per il futuro della Samp, Marco Lanna (ed il resto del Cda, anche se forse non tutto) ha deciso di prendersi qualche ora di riflessione. Poi, farà conoscere la propria decisione e manifesterà il suo punto di vista sulla situazione surreale venutasi a determinare.
E che rimane delicatissima, anche se questo potrebbe essere il momento "buono" per mettere le mani sulla Sampdoria, che si trova in una condizione di fatto pre-fallimentare: qualunque creditore (banche, fornitori etc.) tra la prospettiva di perdere tutto o di incassare non tutto ma qualcosa o buona parte del proprio credito, potrebbe anche addivenire ad accordi con il soggetto debitore (la società di Corte Lambruschini).
Ma serve qualcuno - che si chiami Al Thani, Garrone o Fondo Smith - disposto a subentrare subito, garantendo gli adempimenti. Certo, dovendo fare i conti con Massimo Ferrero e Gianluca Vidal, il cui ruolo è sempre risultato molto ambiguo: da un lato l'incarico di trovare potenziali acquirenti e vendere la Sampdoria (incarico mantenuto in esclusiva sino al giugno scorso, quando il Trustee ha finalmente nominato Banca Lazard quale advisor), dall'altro quello di commercialista di fiducia e "legale" rappresentante dell'azionista di riferimento.
Secondo diverse fonti, in particolare legate alla trattativa Redstone-Cerberus non andata in porto ad agosto, non sarebbe mai sussistita la reale volontà di cedere la società blucerchiata e la manifesta intenzione di Massimo Ferrero di ripresentarsi a breve sulla scena ne costituisce l'indiretta ma inequivocabile conferma.
Del resto i tempi biblici dei concordati delle aziende ferreriane decotte (trenta mesi di tempo ed uno dei due deve ancora partire) consentono questo tipo di operazione: per arrivare dove e perché, è difficile da comprendere e soltanto gli atti dell'inchiesta di Paola possono aiutare a decifrare le dinamiche psico-affaristiche che stanno dietro a questi comportamenti.
Non rimane che aspettare l'evolversi degli eventi, legati a plurimi soggetti in campo: da Ferrero a Lanna e all'attuale Cda, da Vidal ai potenziali compratori (sebbene, a parte gli auto annunci del gruppo arabo, la data room sia in questo preciso momento desolatamente vuota e permangano solo alcune manifestazioni superficiali di interesse), da Garrone (secondo alcuni) ad una città che in tutti questi anni ha assistito inerme allo scempio compiuto sulla pelle della Sampdoria.