E' andata deserta anche la seconda convocazione su quattro dell'assemblea degli azionisti, a cui si aggiungono le due dello scorso dicembre in cui la Famiglia Ferrero non ha dato segni concreti, a parte rimandare alla possibile operazione simil Elliot-Milan (o simil Elliot-Lille prima dell'intervento di Barnaba) in corso di analisi da parte del trust.
In questa circostanza non si è presentato il piccolo azionista Barnaba, con la sua Metis Sporting Sarl che attende defilato l'evolversi della situazione, aspettando le mosse di Ferrero e pronto con le sue azioni a intervenire, qualora Ferrero autorizzasse un aumento di capitale di terzi e un accordo con le banche finanziatrici.
I quattro componenti del consiglio (il presidente Marco Lanna, il vice Antonio Romei, Gianni Panconi e Alberto Bosco) ormai da tempo sotto attacco di diversi soggetti e con motivazioni differenti, continuano a ribadire la legittimità e correttezza del proprio operato, anche in relazione alle trattative per il passaggio di proprietà della società, respingendo inoltre addebiti quali quello indirettamente provenuto da Alessandro Barnaba.
Il finanziere romano della Merlyn Advisors, divenuto piccolo azionista e intenzionato ad attuare una scalata dall'interno, aveva infatti criticato la decisione del CdA di non procedere all'abbattimento del capitale sociale per perdite (leggi qui), mossa esclusa dagli amministratori sia perché ad oggi non ne sussistono le ragioni giuridiche, sia perché in assenza di un accordo con Ferrero porterebbe con un atto irrevocabile la società verso la crisi.
Il CdA al momento esclude infine il gesto delle dimissioni, pur fidando che da parte del socio di maggioranza ci siano novità serie e concrete per il 20 gennaio, data della terza o - se vogliamo dire - quinta convocazione dell'assemblea dei soci.