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Sport

Ore di febbrili trattative dietro le quinte per trovare una via di uscita prima dell'assemblea di venerdì
2 minuti e 28 secondi di lettura
di Maurizio Michieli

Venerdì prossimo, 20 gennaio, nella sede di Corte Lambruschini è in programma alle ore 15 l'assemblea straordinaria degli azionisti della Sampdoria in terza convocazione con il solito ordine del giorno che prevede la ricapitalizzazione del club sino a 50 milioni di euro. Le prime due convocazioni sono state disertate dalla famiglia Ferrero - che detiene la maggioranza del capitale sociale - rendendo nulle le assemblee.

Allo stato attuale il progetto di prestito convertibile in azioni date in pegno portato avanti da Massimo Ferrero continua a non trovare sponde finanziarie mentre Alessandro Barnaba di Merlyn Partners (supportato informalmente da Edoardo Garrone attraverso Luca Bettonte, amministratore delegato di San Quirico Holding) rimane fermo nella sua proposta di ricapitalizzazione dall'interno, senza prevedere "indennizzi" agli attuali proprietari.

La Federazione italiana gioco calcio, avendo colpevolmente lasciato incapsulare la Sampdoria nel Trust Rosan senza definire ufficialmente autorizzazione e tempi di chiusura (come per Salernitana) ha spianato la strada all'impossibilità di acquistare direttamente la società blucerchiata, messa nell'isola di Jersey a garanzia dei concordati delle aziende decotte di Ferrero (Real Farvem Estate ed Eleven Finance srl).

Insomma, un vicolo cieco o quasi. Al punto che anche l'assemblea del 2 febbraio in quarta convocazione potrebbe andare deserta con gravi conseguenze sulla gestione corrente della Sampdoria, attesa da scadenze non differibili (stipendi ai calciatori e pagamenti Irpef che, se non onorati, farebbero scattare penalizzazioni in classifica ed il venire meno del diritto alla rateizzazione dei debiti con il fisco).

Sono ore di febbrili trattative dietro le quinte tra i diversi attori in campo (il Consiglio di amministrazione, il Trustee Vidal con Massimo Ferrero, Edoardo Garrone ed Alessandro Barnaba) per trovare una via di uscita e salvare la Sampdoria da conseguenze irreversibili anche fuori dal campo (sul rettangolo di gioco, purtroppo, le cose non vanno meglio, anzi lo spettro della retrocessione in serie B dopo la sconfitta di Empoli è sempre più concreto).

Il Cda nel frattempo si è attivato per adottare gli strumenti necessari a garantire la continuità aziendale e a proteggere la Sampdoria. In particolare, la cosiddetta Composizione negoziata per la soluzione della crisi d'impresa. Si tratta di uno strumento innovativo, introdotto D.L. 24 agosto 2021, n. 118, - convertito con modifiche dalla Legge n. 147/2021 - ora inserito, con modifiche, nel "Codice della crisi dell'impresa e dell'insolvenza" in vigore dal 18 luglio 2022 agli artt. 12 e ss., che offre agli imprenditori in difficoltà un percorso riservato e stragiudiziale per la ristrutturazione o il risanamento aziendale, evitando così il ricorso alle procedure fallimentari. Le quali, tra l'altro, risulterebbero incompatibili con l'ordinamento sportivo e comporterebbero, se attivate, l'esclusione immediata dal campionato.

Lo strumento della Composizione negoziata, invece, consente anche alle banche di supportare la società in crisi in un contesto protetto, salvaguardandone il titolo sportivo. Si tratta dell'ultimo passaggio prima della liquidazione (nuovo termine che sostituisce nell'ordinamento il termine fallimento).

Questa è la situazione, che resta in evoluzione. La ricerca di una exit strategy, che potrebbe risolvere la questione anche in poche ore, continua. Per la Sampdoria si tratta di una delle settimane più delicate della sua storia.