Avanti con Motta, in un clima di tregua armata. Alla vigilia della ripresa della preparazione al centro sportivo di Follo, lo Spezia vive una nuova complicazione in una stagione nata con le dimissioni di Italiano e proseguita in ritiro sotto il segno del Covid, per trovarsi poi impigliata nel blocco di mercato dovuto a fatti della precedente gestione societaria.
Sul piano dei numeri il tecnico italo-brasiliano è in linea con la gestione di Italiano: due punti in meno, ma distacco più ampio sul terzultimo posto. Il problema non sta tanto nella classifica, quanto nello scollamento tra l'allenatore e i giocatori: una frattura sia umana che tecnica, di là dall'ostracismo più o meno stabile verso giocatori come Verde, Salcedo, Antiste e lo stesso Nzola. Una situazione cui Riccardo Pecini aveva pensato di ovviare ricorrendo al vecchio amico Marco Giampaolo, protagonista ai comuni tempi genovesi di un ottimo triennio alla Sampdoria. Ma il tecnico di Giulianova non se l'è sentita, dopo le esperienze non felicissime alla guida del Milan e del Torino, di ripartire a stagione in corso e in una situazione caratterizzata da molteplici difficoltà.
Avanti quindi con Motta almeno fino al duplice impegno con Verona al Picco e Genoa a Marassi: proprio in rossoblù lo scorso anno l'ex nazionale azzurro debuttò da allenatore, resistendo otto partite tra l'esonero di Maran e il richiamo di Ballardini. Nel frattempo, non potendo fare mercato, Pecini si occuperà dei rinnovi: vanno in scadenza a fine stagione e sono quindi in grado di firmare subito per un altro club i portieri Zoet e Provedel, più Jacopo Sala che Motta ha reinventato centromediano. Un po' più di tempo c'è invece per Ferrer, Maggiore, Gyasi e Nzola a scadenza 2023.
Vai all'articolo sul sito completo
Spezia, tregua armata in attesa dei rinnovi
Il rifiuto di Giampaolo non lascia per il momento alternative alla conferma di Motta
1 minuto e 24 secondi di lettura
di Stefano Rissetto