Dal rango di baby promessa, purtroppo non mantenuta per una serie di guai fisici, al ruolo di vice di Mourinho. Davvero singolare la storia di Salvatore Foti. Quando arrivò alla Sampdoria aveva la fama di predestinato. Foti vestì la maglia blucerchiata nel 2005, a parametro zero dopo il fallimento del Venezia. Nel corso della stagione, due gol in Coppa Italia e campionato alle primissime apparizioni gli valsero la fama di "nuovo Ibra". Nemmeno diciottenne, nell'estate 2006 Marotta lo cedette in comproprietà all'Udinese, in cambio di 2 milioni e delle comproprietà di due calciatori: il terzino sinistro Mirko Pieri e un certo... Fabio Quagliarella, che l'estate successiva - dopo un campionato formidabile - tornò in Friuli alle buste.
E Foti? Cominciò a perdersi tra un prestito e l'altro, (Treviso, Piacenza, Empoli), tornò perfino al Doria nell'anno della B segnando un gol al Crotone in casa, il suo ultimo in maglia blucerchiata. A gennaio passa al Brescia e quindi al Lecce, dove colleziona diversi infortuni che lo costringono a lasciare il calcio nel gennaio 2016, a soli 27 anni.
Il ragazzo è stato poco nel calcio ad alto livello, ma ha lo stesso conoscenza e personalità: così pochi mesi dopo l'addio all'agonismo, Marco Giampaolo lo riporta alla Sampdoria nel suo staff, come collaboratore tecnico, e dopo il triennio doriano lo vorrà con sé al Milan e al Torino. Adesso, dopo la chiusura del rapporto con Joao Sacramento, José Mourinho lo ha chiamato alla Roma per fargli da secondo.