Potrebbe tradursi in un clamoroso autogol l'iniziativa di Massimo Ferrero, che nei giorni scorsi ha rilevato dalla figlia Vanessa la maggioranza di Holding Max, la srl con 50mila euro di capitale sociale, controllante di Sport Spettacolo Holding che a sua volta controlla la UC Sampdoria SpA.
La mossa del Viperetta, di là dai previsti e forse pianificati effetti mediatici, non ha infatti conseguenze pratiche sugli assetti societari e dirigenziali. L'attuale CdA svolge infatti funzioni di garanzia, anche per via della credibilità personale dei componenti, rispetto a erario, banche e fornitori, ovvero alle controparti dei 200 milioni di debiti, controparti che non sarebbero tutte indifferenti a un rientro in scena a pieno titolo, previa modifica del CdA, dell'ex presidente.
Invece la chiarificazione della catena di comando, con Ferrero finalmente padrone senza prestanome di famiglia, rischia di destare l'interesse della Figc. Questo alla luce delle stesse NOIF (Norme organizzative interne federali) che, all'articolo 20 bis, indicano esplicitamente i requisiti di onorabilità e solidità finanziaria, necessari per assumere il controllo delle società di calcio. In particolare l'articolo 20 bis al comma 5 prescrive che i soggetti interessati alle acquisizioni non debbano aver riportato sanzioni penali, tra cui una "Condanna passata in giudicato a pena detentiva superiore ad un anno, anche se applicata su richiesta ex artt. 444 e segg. c.p.p., per reati puniti con pena edittale massima non inferiore a 5 anni". Una formula che sembra inquadrare il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta per il caso Livingston, concordato da Ferrero al tribunale di Busto Arsizio proprio il 12 giugno 2014, nel giorno in cui si vedeva regalare la Sampdoria dalla famiglia Garrone-Mondini.
Ancor più stringenti le condizioni in materia di solidità finanziaria e linearità nei rapporti con le banche, fissate dall'art. 20 bis per tener lontani dal calcio soggetti privi - banalmente - dei soldi necessari per affrontare momenti di crisi, perché nel calcio oggi si guadagna e domani magari anche, ma viene il giorno in cui perdi e se non hai un patrimonio tuo per ricapitalizzare salti in aria. E anche qui purtroppo viene in mente un identikit preciso.