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Sport

1 minuto e 56 secondi di lettura
di Stefano Rissetto

I giorni scorrono e la Sampdoria è ancora lontana dalla salvezza, sia sul campo che fuori. CdA ed esperto da una parte continuano a lavorare alla composizione negoziata, dall'altra studiano possibili soluzioni per una transizione societaria non conflittuale e in linea sia con le regole del diritto ordinario che con quelle federali.

I problemi della proprietà sono noti, tra concordati a Roma e procedimento penale in corso a Paola, ma una valutazione oggettiva della società non è possibile. Se sfilare la Sampdoria agli attuali azionisti contro la loro volontà è un percorso non privo di incognite e difficoltà realizzative, la proprietà deve acconciarsi al realismo.

Negli ultimi anni alcune società di prima fascia - come in Italia le due milanesi, Roma e Atalanta - sono passate di mani a cifre siderali, fino alle valutazioni folli attribuite al Chelsea e allo United, tuttora sotto negoziazione per 4 miliardi di euro.

Ma la Sampdoria, a dispetto del prestigio e della passione popolare, agli occhi del mondo degli investitori (che pensano non al tifo, ma al possibile ritorno degli investimenti) non è una società di prima fascia. Nella seconda fascia, gli ultimi esempi si aggirano su cifre meno impegnative: il Parma è stato ceduto per 40 milioni, la Salernitana per 20 al netto dei debiti, alcune altre - specie se in difficoltà finanziaria - sono passate di mano per pochi euro, se non a zero, e tante grazie per aver tolto il peso al vecchio proprietario.

Anche la proposta del povero Vialli, fissata attorno agli 80 milioni, era in qualche modo "dopata" dal sostegno economico degli ex proprietari e dalla capacità persuasiva con cui il campione scomparso aveva convinto i suoi finanziatori Dinan e Knaster. Senza questi due fattori, l'offerta non avrebbe superato i 40 milioni.

In un contesto simile, la strada per un avvicendamento consensuale sarebbe più semplice. A quel punto Barnaba, il nome più ricorrente all'orizzonte della Sampdoria, potrebbe disporsi a un percorso meno dirompente rispetto a quelli finora lasciati trapelare, così come Ferrero dovrebbe accettare di uscire di scena senza rivendicazioni fuori da ogni logica. Il debito della Sampdoria è importante, ma non più consistente rispetto ad altre realtà che, in mani nuove e affidabili, possono contare su un rinnovo di fiducia dal mondo del credito e quindi di una ristrutturazione a medio termine. Gli esempi non mancano e non sono neppure troppo lontani nel tempo e nello spazio.