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Sport

1 minuto e 53 secondi di lettura
di Stefano Rissetto

Il CdA della Sampdoria, integrato dall’esperto Luigi Bissocoli, incontra in queste ore la Figc per avere certezze sul percorso da intraprendere per la salvezza del club. Ma sulla scena della crisi vengono chiamati in causa gli ex proprietari e in particolare l’ex presidente Edoardo Garrone.

Il quotidiano Milano Finanza, nell’edizione odierna, adombra addirittura la possibilità di un coinvolgimento giuridico diretto di Garrone, come “amministratore e socio di fatto”, nell’eventuale procedura concorsuale relativa alla Sampdoria.

Secondo il foglio economico milanese, l’ex presidente e alcuni suoi familiari e consoci si sarebbero attivati negli ultimi mesi per cercare di rassicurare i creditori della Sampdoria, banche comprese, svolgendo tale attività diplomatica senza rivestire ovviamente ruoli formali in una società lasciata sul piano giuridico formale da quasi nove anni, muovendosi però anche sulla base di informazioni riservate che sarebbero state accessibili solo dall’interno del club: “anche parlando di numeri e dati di bilancio della Sampdoria - scrive MF - che sono coperti da riservatezza e che solo chi ha accesso a determinati documenti del club conosce”.

Per questa ragione logica, secondo il quotidiano economico a Garrone potrebbe essere attribuito giuridicamente il ruolo di “amministratore di fatto” della società blucerchiata, con tutti gli effetti relativi all’apertura di una procedura concorsuale e fallimentare.

Anche la promessa pubblica di intervento (“La Sampdoria non fallirà e io farò tutto quanto nelle mie possibilità perché ciò non accada”), rilasciata in diretta a Primocanale l’11 giugno 2019 (leggi qui) durante una puntata di Gradinata Sud, può assumere retrospettivamente un significato a tutti gli effetti.



Secondo alcuni comunicati emessi a gennaio e rilanciati nei giorni scorsi, Garrone sarebbe disponibile a salvare la Sampdoria, a condizione di non trattare con Ferrero e quindi di non versare direttamente denaro al beneficiario del “regalo” del 12 giugno 2014. Ma la via della separazione tra una nuova “good company” e una “bad company” rischia di essere giudicata impercorribile dalle autorità del calcio.

A questo punto, sostiene Milano Finanza, la sola strada percorribile è quella della sottoscrizione, da parte dell’ex presidente, del prestito convertibile, che lo riporterebbe nel ruolo di azionista di controllo e gli eviterebbe chiamate in causa nel caso la deriva della situazione portasse all’apertura della procedura concorsuale.

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