GENOVA - Un'assemblea in doppia convocazione per cercare di salvare il club: è la strada che il Cda della Sampdoria ha scelto, via peraltro piuttosto obbligata, per tentare di concludere positivamente l'immane sforzo che è stato compiuto in questi mesi per evitare la caduta nel dilettantismo.
Nel corso di questa assemblea, aperta ai soli soci e quindi esclusa a possibili finanziatori esterni, saranno ufficializzati i risultati della composizione negoziata condotta dall'avvocato Eugenio Bissocoli, l'esperto sceso in campo per cercare di ristrutturare il debito della società: da quanto si apprende le notizie che verranno diffuse in assemblea saranno buone, la massa dei debiti a cui far fronte è sensibilmente scesa.
Nessun finanziatore esterno, dunque, tranne Alessandro Barnaba che, tecnicamente, esterno non è: il finanziere di Merlyn Partners è infatti inserito nella compagine azionaria, mossa scaltra che gli ha permesso di partecipare anche alle famose assemblee andate deserte per l'assenza di Ferrero. Lui, che conosce benissimo la situazione del club e gode del pubblico appoggio dell'ex presidente Edoardo Garrone, potrà negoziare in prima persona il suo investimento.
Con alcuni limiti che saranno poi i legali a dover valutare: in linea generale, infatti, per la legge italiana una società nella condizione in cui si trova la Sampdoria può essere ricapitalizzata solo con il consenso della maggioranza dei soci. Nell'ambito della composizione negoziata ci sono alcune deroghe, ad esempio la ricapitalizzazione può essere deliberata dai soli soci che hanno aderito alla composizione, e saranno gli esperti a stabilire se Barnaba potrà eventualmente procedere contro la volontà di Massimo Ferrero.
Che resta il dominus di tutta la partita perché, che ci piaccia o meno, il proprietario della Sampdoria è sempre lui: Ferrero accetterà di uscire di scena senza nulla per sé? Difficile ma a questo punto anche uno come lui potrebbe accontentarsi di uno scenario che gli eviti l'ennesimo fallimento.
Le altre strade, come ad esempio il famoso 'bond convertibile', sembrano ormai quasi abbandonate: questa sarebbe la soluzione più immediata, essendo tecnicamente un prestito a disposizione degli attuali soci, e quindi in sostanza soprattutto di Ferrero che potrebbe presentarsi in assemblea e ricapitalizzare con quel denaro. Ma è difficile immaginare che esista qualcuno al mondo che voglia mettere dei soldi in mano a Ferrero ricevendo in garanzia le quote di una società decotta.
C'è poi sullo sfondo uno scenario di cui non sta parlando nessuno: cosa succede se la Sampdoria fallisce? C'è una cordata pronta a rilevare il club in serie D, iniettando denaro a fondo perduto in quella che diventerebbe un'associazione sportiva dilettantistica che avrebbe la prospettiva di almeno tre anni di sudore e lacrime prima di poter rientrare nel calcio che conta? In via parallela alle strategie per salvare il club dalla bancarotta sarebbe utile iniziare a verificare nomi e numeri anche dell'altra ipotesi per non trovarsi ancora una volta a rincorrere qualcuno che non arriva.