GENOVA - Oggi è un altro giorno chiave nel percorso di rilancio societario della Sampdoria. La nuova proprietà - ovvero Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi - presenta in tribunale a Genova il piano di ristrutturazione del debito, la cui omologa non è attesa prima dell'autunno, che sarà un passaggio fondamentale verso il definitivo closing e verso l'inizio in tutto e per tutto di una nuova gestione, una volta superate tutte le problematiche legate all'era Ferrero. Non è insomma un passaggio banale quello di oggi, il giorno in cui i due neo azionisti di maggioranza - presumibilmente in via telematica - portano in tribunale quello che è stato un accordo tutt'altro che scontato con banche e creditori che ha abbassato il rosso del club da circa 150 milioni a 80/90 milioni. Un piano di ristruttuazione da cui - attraverso la composizione negoziata della crisi - passa il presente anzi il futuro della Sampdoria.
L'omologa del piano di ristruttuazione del debito da parte del tribunale sarà un altro passo chiave verso la sostanziale normalizzazione della vita della Sampdoria che in questo momento è un po' come se fosse in una fase di amministrazione controllata. Come si è visto sinora anche in un calcio mercato dove la parola d'ordine è stata quella di tagliare i conti e dove ad oggi il club ha puntato soprattutto sui giovani, evitando grandi nomi. Da qui ai prossimi mesi - probabilmente quando verrà definitivamente messo alle spalle Massimo Ferrero (che oggi ha ancora il 48,2% delle quote, il ricorso del Viperetta rigettato dal Tribunale delle Imprese resta comunque un punto a favore di Radrizzani e Manfredi) - resta probabile l'inserimento di nuovi investitori nella Sampdoria.
I nomi sono noti: si va dal fondo dello sport del Qatar capeggiato dal patron del Psg Nasser Al Khelaifi sino agli americani di 49ers, già soci di Radrizzani nel Leeds. A tal proposito, Radrizzani avrebbe ceduto - secondo quanto rivelato da Milano Finanza - il 100% delle quote di Blucerchiati srl (che in questo momento è la controllante di Sampdoria) a Gestio Capital, la società di Matteo Manfredi: non un disimpegno da parte di Radrizzani bensì la volontà di dirigere la quota sulla società che meglio può veicolare nuovi investitori.