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Sport

Tifosissimo dei blucerchiati, di cui sfoggia il braccialetto durante l'intervista, Canka racconta del suo rapporto con la madre, di cui ha preso il cognome, e della passione per il nostro mare: "C'è anche a Los Angeles ma il mar Ligure è il migliore del mondo"
5 minuti e 49 secondi di lettura
di Riccardo Olivieri

 

GENOVA - Ora gioca a basket in un'università degli Stati Uniti dove studia per diventare un campione Nba ma è nato e cresciuto a Genova: Abramo Canka è tornato nella sua città per passare un periodo di vacanza prima della prossima stagione dove giocherà a Wake Forest, dopo l'addio alla losangelina Ucla, e ha fatto tappa nella Newsroom 28 di Primocanale per raccontare la sua vita, la sua passione per la pallacanestro e quella per la 'sua' Sampdoria.

"Sono cresciuto nel centro storico di Genova, ho fatto la scuola alla Daneo e poi mi sono spostato a Santa Margherita Ligure ma i miei primi passi sono stati qui a Genova" racconta Canka, che ha conosciuto il basket proprio a Genova grazie alla Festa dello sport, organizzata da Stelle nello Sport che ha premiato Canka con il 'suo' premio Oscar: "È un'organizzazione fantastica che aiuta i bambini a conoscere lo sport perché quando sei piccolino vuoi giocare ma non sai cosa sia lo sport. Penso che sia un'idea bellissima quella che c'è qui a Genova".

Dopo quell'incontro fortunato e l'interesse di Maurizio Scicchitano che 'supplicava' la madre di portare il figlio a giocare a basket, folgorato dal talento naturale del ragazzo, Canka muove i primi passi sul parquet nei Tigrotti Don Bosco di Sampierdarena da cui poi passa al Tigullio Sport Team di Santa Margherita Ligure. Quando torna a Genova gli piace andare "in Piazza De Ferrari, via Garibaldi, via Cairoli poi scendi giù nei vicoli, fai i vicoletti per andare al Porto Antico, poi sali su a Castelletto. Questi sono i posti principali dove torniamo sempre e prendiamo un euro di focaccia".

Nato nel 2002 da padre senegalese e da madre albanese, proprio la madre è stata la figura centrale della sua infanzia e a 15 anni Canka ha deciso di usare il suo cognome. "La sua è la storia di una mamma single che ha fatto tanti sacrifici per il suo bambino anche nelle cose più semplici, come le bollette e il cibo - racconta -. Uno dei miei sogni è fare un documentario o un libro in cui può raccontare la sua storia". Dopo Santa Margherita Canka è rimasto in Italia ancora per qualche anno, prima alla Stella Azzurra di Roma dove ha giocato con alcuni giovani che si sono fatti notare nel panorama nazionale e internazionale come Matteo Spagnolo, poi a 16 anni ha esordito tra i professionisti con i Roseto Sharks in Serie A2. Nel 2020, a 18 anni, arriva la prima chiamata estera con i russi del Lokomotiv Kuban e il prestito al Nevezis, in Lituania. Poi nel 2022 viene cercato e ingaggiato dal prestigiosissimo ateneo di Los Angeles Ucla, mentre nella prossima stagione giocherà tra le fila di Wake Forest in Carolina del Nord. "Il cambiamento è stata una mia scelta personale tattica e tecnica, non che mi trovassi male a Ucla, la squadra più titolata d'America con 11 titoli e tantissimi 'hall of famer' (ovvero giocatori inseriti nella Hall of Fame del basket americano). Wake Forest non è da meno, gioca nella Conference più vista, è sempre sulla Tv nazionale quindi penso che le opportunità siano le stesse". Proprio grazie ai suoi numerosi spostamenti Canka ha potuto entrare in contatto con molte realtà diverse: "La cosa principale è conoscere tutte le culture diverse del mondo, la Lituania ha la sua cultura, la Russia e gli Stati Uniti anche. Dentro la cultura ci sono tantissime altre culture diverse, come io venivo dall'Italia c'erano ragazzi serbi, tedeschi, americani, cinesi, giapponesi. Persone da tutto il mondo, è questa la cosa più bella".

Grazie alla mamma Albana, Abramo ha sempre dato importanza ai suoi studi. "Sono andato in America proprio per questo - spiega -. Anche quando ho giocato come professionista ho continuato il percorso di studi con l'università privata però è veramente dura dare gli esami in tempo, mancano le ore per studiare. In America hai le ore di tutoring, ci sono fasce orarie dedicate allo studio. In Italia manca un punto di connessione tra lo studio e lo sport. A livello scolastico ho visto che noi italiani siamo preparatissimi. Abbiamo un sistema scolastico 'da leccarsi le dita' in tutto il mondo, è un peccato che non si valorizzi lo sport".

La Liguria è una regione dove ci sono tanti appassionati di basket, con un bel movimento nelle categorie minori, ma l'impressione è che al di fuori di una certa 'bolla' la pallacanestro sia poco seguita nel nostro territorio. "Penso che il problema principale siano le infrastrutture - spiega -, se una squadra vuole fare una Serie B o una Serie A2 non ci sono i palazzetti adatti per la capienza. L'unico è l'Rds Stadium ma costa tanto affittarlo anche solo per una partita. Fare un palazzetto in cui le squadre liguri possano giocare sarebbe una cosa incredibile".

Tra le più grandi passioni di Canka, che continua a seguire nonostante il fuso orario lo renda sempre più complicato, c'è la Sampdoria, come testimoniato dal braccialetto che ha sfoggiato durante l'intervista: "Sono tifosissimo della Samp da sempre, nonostante i miei tantissimi amici genoani a cui vogliamo bene lo stesso - scherza Canka -. La Samp l'ho sempre seguita dai tempi di Cassano e Pazzini, mi ricordo ancora Pozzi gol quando abbiamo vinto per ritornare in Serie A, ho tantissimi ricordi con i miei amici". Proprio Cassano è uno dei suoi giocatori preferiti della Samp, "aveva dei colpi di classe incredibili" spiega, ma "gli anni in cui sono andato più allo stadio mi hanno emozionato Icardi e Correa, abbiamo avuto argentini molto forti". Bando alla scaramanzia, Canka ha fiducia nella squadra e nell'allenatore: "Vediamo come si chiuderà il mercato però penso che si possano fare grandi cose, li ho visti bene in campo. Ci sono tanti giovani, mi piace che gli venga data un'opportunità. In Italia si tende a non farli giocare tanto ma mister Pirlo lo sta facendo e mi fa molto piacere"

Sul suo futuro non ha dubbi: "Vedremo come va questa stagione però il mio obiettivo è restare negli Stati Uniti. Giocare per la Nazionale è sempre una grandissima emozione (Canka ha fatto tutta la trafila dall'Under 14 all'Under 20 e ha partecipato ad un ritiro con la Nazionale maggiore) e spero che la prossima estate arrivi la chiamata. Il gruppo sta cambiando piano piano, alcuni veterani si stanno ritirando come Gigi Datome, Danilo (Gallinari ndr) non si sa cosa farà il prossimo anno. Vedremo, l'importante è giocare bene". Sicuramente della spedizione italiana non farà parte Paolo Banchero, talento cristallino del basket Nba di chiare origini italiane, genovesi, che però dopo anni in cui ha strizzato l'occhio alla nostra nazionale ha scelto di giocare per Team Usa: "Magari giocheremo insieme in Nba, è stata una sua scelta non giocare per l'Italia ed è una scelta che dobbiamo rispettare - spiega Canka -, forse la metodologia non è stata delle migliori ma ognuno fa le sue scelte".

Nonostante il sogno americano, il luogo che Canka preferisce è casa: "Di Genova mi manca più di tutto il mare, la famiglia, andare al mare insieme. Anche a Los Angeles c'è il mare ma per me il mar Ligure è il migliore del mondo".