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Sport

Società in festa per le celebrazione dei 130 anni di storia. Il presidente rossoblù: "Abbiamo appena terminato un calciomercato in cui si parlava di milioni come se fosse aria che respiriamo, ai giovani serve la realtà"
2 minuti e 16 secondi di lettura
di Andrea Popolano

GENOVA - "Siamo felici di iniziare le celebrazione dei 130 anni. Il Genoa compie un percorso nella storia dello sport e del calcio e speriamo presto torni anche nella storia del calcio internazionale, non voglio fare nessun tipo di promessa, per ora puntiamo alla permanenza in massima seria. Tutti stiamo partecipando a questo anniversario, 130 anni sono tanti ma il Grifone non li dimostra" così il presidente del Genoa Alberto Zangrillo al margine della presentazione dell'esposizione "Marco Lodola. Il Rosso e il Blu. Genoa 130 anni' al Palazzo Ducale di Genova. 

Zangrillo ha parlato anche del suo ruolo: "Dedico il mio cuore al Genoa che magari come a Torino viene rovinato dal risultato. Sono tanti anni che cerco di interpretare il ruolo con responsabilità, consapevole che tante persone vorrebbero essere al mio posto e dare il loro apporto. Devo essere in grado di accogliere le proposte intelligenti di tutti. Noi ci misuriamo sul risultato, ma il Genoa sta dimostrando di essere qualcosa in più, è l'equivalente dei tifosi che a Torino dopo il gol subito hanno tifato ancora più forte, questo fa capire che c'è qualcosa oltre il risultato, lo so: noi dobbiamo vivere di risultato. Ricoprire il ruolo di presidente è una posizione di privilegio che cerco di portare avanti con grande umiltà".   

Il presidente Zangrillo ha poi parlato dei giovani con un'attenzione particolare alla realtà quotidiana che le nuove generazioni devono affrontare: "Ogni volta che vado in giro incrocio gli sguardi ammirati di quello che sarà il futuro del nostro Paese: i ragazzi. Abbiamo il dovere do aiutare e far crescere le nuove generazioni, perché il futuro è difficile e lo sarà sempre di più. Noi sfioriamo i protagonisti di un calcio accarezzato da fortune economiche, abbiamo appena terminato un calciomercato in cui si parlava di milioni come se fosse aria che respiriamo. Invece dobbiamo stare con i piedi per terra e responsabilmente pensare ai veri problemi delle persone che magari vorrebbero essere qui con noi ma non hanno la forza economica per farlo. Genova è una città popolare, una città di mare e di porto, una città che ha saputo soffrire, una città di prospettiva ma è anche una città aderente alla realtà che equivale avere consapevolezza".

Zangrillo aggiunge: "Noi dobbiamo ricordare agli altri il nostro blasone, perché questa grande storia può avere dei riflessi pratici quando dobbiamo far valere i diritti di chi lo ha reso possibile. Il calcio italiano sta attraversando un momento di appannamento, è inutile negarlo, ma deve risorgere e con umiltà e noi dobbiamo proporre, con la nostra presenza, un aiuto facendo la nostra parte esercitando il nostro ruolo con generosità e visione".